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Scritto da un docente universitario di diritto penale non è di facile lettura per chi, come me, essendo un ingegnere, del diritto non ha una specifica competenza; comunque alcuni dei concetti esposti, a mio parere totalmente condivisibili, sono ben chiari. Come diceva Rousseau, lo Stato non può imporre catene inutili ai cittadini , ma ad imporre tali catene oggi non è solo lo Stato, ma anche l’allargamento forzato del diritto penale a comportamenti non vietati dalla legge, l’applicazione di norme penali dove sarebbe corretto applicare contravvenzioni, gli eccessi di interpretazioni “adeguatrici” da parte di magistrati, con norme penali che oltre alla tutela, corretta, dei beni reali vengono previste per la tutela , non sempre ben definita, dei beni immateriali, la previsione di reati di pericolo applicati a pericoli del tutto astratti. Il libriccino conclude, giustamente, che il risultato di quanto sopra è che la politica del diritto penale rischia di dissolverlo snaturandolo.
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