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Nel 2021 e negli anni immediatamente precedenti al 700º anniversario della morte dell’Alighieri abbiamo assistito al rilascio di una serie di scadenti saggi interpretativi della «Commedia» scritti da giornalisti che hanno banalizzato l’opera e falsato la figura del Sommo Poeta, riducendolo di volta in volta a precursore della modernità, integralista religioso o grande reazionario. Anche un paio di recensioni contengono delle affermazioni opinabili: la «Divina Commedia» non è, infatti, un’opera alchemica – come sostenuto in un libro dello scrittore e occultista Guénon (1925) e in alcuni testi editi da BastogiLibri che non godono, tuttavia, di alcun credito presso la miglior critica contemporanea –; la numerologia dantesca (strutturale e simbolica) affonda infatti nelle convinzioni religiose (il tre come numero della Trinità) e filosofiche (aristotelismo, averroismo, tomismo e scolastica, Alberto Magno, platonismo attraverso la lezione di Boezio e Sant’Agostino). La tradizione che vorrebbe poi l’A. membro della setta iniziatica dei Fedeli d’Amore con Cecco d’Ascoli e Francesco da Barberino risulta essa pure indimostrata. Nel 1555, cioè 234 anni dopo la morte di Dante (1265-1321) il tipografo-editore Giolito pubblicò per la prima volta il poema, fino ad allora conosciuto come «Comedìa» o «Commedia», procedendo all’aggiunta nel titolo dell’aggettivo “divina”, usato per la prima volta da Boccaccio nel «Trattatello in laude di Dante». L’editio princeps (Foligno) risale invece all’11 aprile 1472, mentre la divulgazione dei canti (o gruppi di canti) avvenne in forma manoscritta di concerto col progredire della loro redazione. Non essendo pervenuti autografi dell’A. la data d’inizio della composizione è variamente indicata fra il 1304 e il ‘07 (Petrocchi, Malato, Russo, Ferroni) con anticipazioni, sulla scorta del Boccaccio agli ultimi anni prima dell’esilio o al 1313 (Zingarelli, Pietrobono). Quello che qui rileva, comunque, è la QUALITÀ SOPRAFFINA DELLE INCISIONI DEL DORÈ.
La Divina Commedia è un’opera davvero bella per quanto complessa. Da rivalutare dopo le superiori, la storia di Dante è davvero originale, inaspettata e innovativa. Unica pecca? L’impossibilità di leggerlo da soli senza alcun aiuto delle note. Inoltre, personalmente ho gradito l’Inferno e una parte di Purgatorio visto che li trovo molto più intriganti e concreti. Illustrazioni fenomenali.
un'edizione davvero molto bella
Recensioni
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