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Donatella Turtura ebbe a dire: "Penso in verità che voi ricercatrici dovreste essere meno curiose sulle piccole e grandi vicende personali di ciascuna di noi e molto più curiose sui contributi generali e per le donne che molte di noi hanno dato e continuano a dare. Insomma il pensiero di qualche donna ha avuto qualche valore nella cgil?». Certamente sì. Il suo pensiero e la sua azione quarantennale hanno segnato profondamente la Cgil. Nata nel 1933 a Bologna, intorno ai sedici anni decide di abbandonare il liceo per dedicarsi all'attività politica, ma non smette di studiare e, mentre si impegna a organizzare le giovani commesse dei grandi magazzini, frequenta anche l'università. La battaglia per il "rinnovamento" del Pci, apertasi dopo il '56, la vede in prima fila, ed entra nella segreteria della federazione comunista (eletta consigliere provinciale, è capogruppo a soli ventisette anni). Nel 1960, per rinnovare le politiche femminili, la Cgil la chiama ai vertici nazionali. Responsabile femminile fino al 1967, entra poi nella segreteria della Federbraccianti, assumendone la guida nel 1977. Nel 1980 è la prima donna a entrare nella segreteria confederale. Dal 1988 al 1991 è segretario generale aggiunto di una categoria difficile come quella dei trasporti, che lascia per occuparsi dell'Osservatorio socio-economico sulla criminalità, istituito presso il Cnel, nell'estate del '92, dopo le stragi di Capaci e via d'Amelio, convinta che il tema della legalità economica imponga a tutti la "difficile necessità di individuare, entro gravi errori, le tracce di un futuro nuovo". Bene ha fatto quindi la Fondazione Di Vittorio, a dieci anni dalla scomparsa, a ricostruirne la figura in un libro arricchito da una piccola antologia di scritti e discorsi che evidenziano l'intelligenza e la passione di una grande sindacalista.
Maria Luisa Righi
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