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Finalista Premio letterario Chianti 2021
Una baita in montagna e una donna. Attorno a lei, la furia e la meraviglia della natura. La legge del Monte e il miracolo della vita.
«Abbandonato il tono scanzonato e gli interni borghesi dei romanzi recenti, lo scrittore napoletano si mostra capace di una sorprendente metamorfosi ed esibisce una scrittura intensa che dà corpo a un atteggiamento animistico e contemplativo nei confronti della natura» - Mirella Armiero, Corriere del Mezzogiorno
«Una storia crepuscolare e sincera, quasi un'indagine sull'ostinazione della rinascita» - Conchita Sannino, Robinson
«In mezzo a tanta solitudine, lo scrittore napoletano costruisce una storia sulla magia degli incontri, sul mistero della nascita e della natura, sulla lotta per la sopravvivenza e l'eterno perpetuarsi delle specie» - Marzia Fontana, la Lettura
La donna è sola, inquieta, in fuga: non vuole più restare dove non c'è amore. Ha lasciato la città, nella quale tutto è frenetico e in vendita, ed è tornata nella vecchia baita dell'infanzia, sul Monte. Qui vive senza passato, aspetta che la neve seppellisca i ricordi e segue il ritmo della natura. C'è un inverno da attraversare, il freddo da combattere, la solitudine da farsi amica. Ci sono i rumori e le creature del bosco, una volpe curiosa e un gufo reale che bubola sotto il tetto. E c'è l'uomo dal giaccone rosso, che arriva e che va, come il vento. A valle lo chiamano lo Straniero: vuole risistemare il rifugio e piantare abeti sul versante nord della montagna, per aiutarla a resistere e a tornare fertile. Una notte terribile riporta la paura, ma la donna si accorge che ci sono persone che vegliano su di lei: la Guaritrice, muta dalla nascita, che comprende il linguaggio delle piante e fa nascere i bambini; la Rossa, che gestisce la locanda del paese; la Benefattrice, che la nutre di cibo e premure. Donne che sanno dare riparo alle anime rotte, e che come lei cercano di vivere pienamente nel loro angolo di mondo. Mentre la montagna si prepara al disgelo e a rifiorire, anche la donna si rimette in cammino. Arriverà un altro inverno, ma ora il Monte la chiama.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro ben scritto e con un significato, come tutti i libri che ho letto di Marone. Purtroppo, però, l'ho trovato troppo descrittivo e questo ha reso la lettura meno scorrevole e accattivante.
Dopo un incipit tra i più belli che abbia mai letto, il romanzo perde un po' di forza. È bello stare con la protagonista lontana dai ritmi frenetici della città ma è pur vero che solo descrizioni della natura e una quasi assenza di trama alla lunga possono annoiare. Non lo promuovo in pieno ma comunque è un buon romanzo. Ognuno di noi spesso si può riconoscere nella voglia di isolarsi e di stare lontani da un mondo vuoto.
Nell'incipit "Sono stata una Donna in fuga".... C'è tutto il significato di questo Bel libro. La protagonista fugge dai suoi drammi subiti nella.. "civiltà" e va ad isolarsi nella Baita di montagna della sua infanzia, dove a poco a poco ritroverà se stessa e dei. ."compagni" nel chiuso mondo della Montagna. Per chi ama questo "mondo" particolare e meraviglioso è un rituffarsi in esso, "assaporando" i colori , i suoni, i profumi, attraverso i ricordi e le nuove esperienze della protagonista. Ma ci ricorda anche la potenza e l'ineluttabilità della Natura! Bellissimo il .."contatto umano" che si crea con i montanari e con l'appartenenza alla Montagna. Bello anche il processo di "emancipazione" dalla cosiddetta "Civiltà" che si opera nella "Donna degli Alberi". La scrittura rende viva tutta la lotta interiore della "Donna", anche se molte frasi lasciate in sospeso mi hanno creato dubbi di interpretazione. Ma forse sono io che non ho capito. Mi è piaciuto molto lo "Scrittore" .. Marone.. Di grande .."spessore". Grazie.
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