Compositore francese. Allievo di P. Le Flem e di E. Varèse, fondatore con O. Messiaen, Y. Daniel-Lesur e Y. Baudrier del gruppo «Jeune France» (costituito, nel 1936, col proposito di reagire contro la musica astratta, meccanizzata, impersonale), fu attivo come direttore musicale della Comédie Française (dal 1945 al '59). Dal 1958 diresse ad Aix-en-Provence il Centre d'humanisme musical, da lui fondato, e dal 1966 insegnò composizione al conservatorio di Parigi. Sensibile inizialmente al messaggio atonale schönberghiano, affascinato dalle ricerche «rivoluzionarie» (musica assoluta ed elettronica) del suo maestro Varèse, ma tuttavia aperto ai richiami di un lirismo tradizionale, assertore di una concezione «umana, religiosa, magica e incantatoria» dell'arte musicale, J. approdò, attraverso le contraddizioni e le intemperanze tipiche di uno spirito irrequieto, a un linguaggio che, nelle opere della piena maturità, si configura come un'equilibrata sintesi di elementi modali e seriali. Tra le composizioni più significative di J., nella linea della sua inclinazione verso elementi simbolici ed esoterici, si ricordano il Quartetto per archi n. 1 (1934), i 6 pezzi pianistici Mana (1935), Cinq danses rituelles per orchestra (1939); al periodo di indirizzo più moderatamente progressista appartengono invece composizioni come il Concerto per flauto e archi (1949), la Suite transocéane per orchestra (1955), il Concerto per onde martenot e orchestra (1958), la Sinfonia n. 2 (1959), le variazioni per orchestra su un tema di Lully dal titolo Les amants magnifiques (1962), la messa Uxor tua (1963).