(Hitchin, Hertford, 1560 ca - Londra 1634) poeta e drammaturgo inglese. Esordì con poesie di contenuto filosofico e di vasta erudizione: L’ombra della notte (The shadow of night, 1594); portò poi a termine l’Ero e Leandro lasciato incompiuto da Marlowe (Hero and Leander, 1598). Ma la sua fama è legata soprattutto all’attività di drammaturgo. Le sue brillanti commedie, fra le più efficaci dell’età giacobita sotto il profilo scenico, ottennero grande successo; per briosa comicità e facilità di versificazione si distinguono Tutti pazzi (All fools, 1605), A Oriente (Eastward ho!, 1605, scritta in collaborazione con Ben Jonson e che gli procurò un breve periodo di prigione perché in essa satireggiava, con offesa della corte, gli scozzesi), Il signor d’Olive (Monsieur d’Olive, 1606) e Le lacrime della vedova (The widow’s tears, 1612). Diversa immagine di sé Ch. offre nelle tragedie, imperniate su avvenimenti contemporanei, dove l’influsso marlowiano si combina con intenzioni emblematiche e didascaliche, e i protagonisti sono eroi titanici. La più notevole, Bussy d’Ambois (1607), alla quale Ch. diede anche un seguito (La vendetta di Bussy d’Ambois, The revenge of Bussy d’Ambois, 1613), ha alcuni splendidi passaggi lirici, ma i personaggi sono privi di caratterizzazione psicologica. L’opera più famosa di Ch. resta comunque la vigorosa versione delle opere di Omero, tipico esempio del gusto elisabettiano così come quella di Pope lo sarà del gusto neoclassico.