(Voronež 1870 - Parigi 1953) scrittore russo. Fu membro del gruppo «Znanie» capeggiato da Gor’kij; poi, ostile al comunismo, emigrò in Francia (1918). Nel 1933 ottenne il premio Nobel per la letteratura. Il suo primo romanzo di successo, Il villaggio (1909), ha per soggetto l’oscurantismo della Russia contadina e impiega un’originale tecnica di scansione cronologica che sottolinea la cupa staticità degli avvenimenti. Nel successivo romanzo, Valsecca (1911), B. affrontò il tema della decadenza dell’aristocrazia terriera. Tra i suoi numerosi racconti, caratterizzati da una visione lirico-impressionistica della realtà, il capolavoro è considerato Il signore di San Francisco (1915), nel quale, sulle tracce di Tolstoj, B. denuncia l’insensatezza della civiltà. Tra le opere dell’emigrazione vanno segnalati i romanzi L’amore di Mitja (1925) e La vita di Arsenev (1930), nostalgiche e parzialmente autobiografiche (soprattutto la seconda) rievocazioni della Russia prerivoluzionaria. La narrativa di B. (che fu anche poeta di modi presimbolisti) continua, in sostanza, la tradizione ottocentesca di tipo realistico.