(Bissy-sur-Fley, Saône-et-Loire, 1521 - Bragny, Saône-et-Loire, 1605) poeta e scrittore francese. Prelato, consigliere di Enrico III, vescovo di Châlon-sur-Saône nel 1578, scrisse versi di ispirazione petrarcheggiante e platoneggiante che lo legarono dapprima alla scuola lionese, più tardi alla Pléiade. Fra le sue poesie spiccano gli Errori amorosi (Les erreurs amoureuses, 1549, seguiti nel 1551 da una loro Continuazione, Continuation), dedicati alla misteriosa Pasithée. Pubblicò in seguito dei Versi lirici (Vers lyriques, 1552), riapparsi nel 1555 con un terzo libro degli Errori amorosi, e le Nuove opere poetiche (Nouvell’oeuvres poétiques, 1573). Si tratta di una poesia priva di estro, specchio delle mode correnti, ma ricca tuttavia di presupposti filosofici e attenta ai valori tecnici e formali. Traduttore di Leone Ebreo, raffinato umanista, T. ha lasciato inoltre sei Discorsi filosofici (Discours philosophiques, 1552-58), in cui, in forma dialogata, si dibattono questioni assai discusse nel Cinquecento: dalla natura della poesia e del «furor poetico» all’origine del mondo, dai rapporti fra poesia e musica ai pregi della «curiosità» intellettuale, dalla riforma del calendario all’astrologia.