Simon Wiesenthal è stato un ingegnere e scrittore ebreo-austriaco. Profondamente antifascista, è sopravvissuto all'Olocausto e ha trascorso tutta la sua vita libera a raccogliere informazioni sui nazisti in latitanza per sottoporli a giusto processo.
Si è laureato nel 1932 in Ingegneria Civile all'Università di Praga, dato che era stato rifiutato da quella di Leopoli per le restrizioni razziali. Quattro anni dopo ha sposato Cyla Mueller, e sembrava stesse per iniziare una vita serena, seppur con i tumulti dati dati dal fermemento politico.
Invece, nel 1939 scoppiava la II Guerra Mondiale, e i coniugi Wiesenthal si trovavano a Leopoli, che venne subito invasa dall'Unione Sovietica in seguito al patto Molotov-Ribbentrop.
Simon fu costretto a chiudere la propria azienda e a trovare lavoro in una fabbrica, e il patrigno ed il fratellastro furono uccisi dall' NKVD, la polizia segreta sovietica.
Ma il peggio doveva ancora venire: quando nel 1941 l'Unione Sovietica invase la Germania, Wiesenthal e i suoi furono catturati dai nazisti.
Cyla riuscì a nascondere la propria identità ebraica in seguito ad uno scambio di documenti con la resistenza polacca; mentre Simon non fu altrettanto fortunato.
Trascorse quattro lunghi anni in vari campi di concentramento, finchè fu liberato dalle forze statunitensi nel 1945. Si trovava a Mathausen, e i quattro soldati che lo trovarono si videro davanti un uomo distrutto, di 45 chili di peso, un'ombra di se stesso.
Appena si rimise, Wiesenthal iniziò a lavorare per l'esercito americano, aiutando a raccogliere informazioni sui criminali nazisti fuggiti in seguito alla Liberazione. Nel 1947 lui ed altri trenta volontari fondarono il "Centro di documentazione ebraica" a Linz, in Austria, per raccogliere informazioni per futuri processi.
Nonostante la repentina perdita d'interesse da parte di USA e URSS, l'ingegnere continuò con la raccolta di informazioni nel suo tempo libero, mentre lavorava a tempo pieno per aiutare le vittime della Seconda guerra mondiale.
Il suo nome si legò a quello di Adolf Eichmann: Wiesenthal fu infatti essenziale per la sua cattura. Dopo l'esecuzione di Eichmann in Israele nel 1962, Wiesenthal riaprì il "Centro per la documentazione ebraica", che cominciò a lavorare su nuovi casi. Venne catturato Karl Silberbauer, l'ufficiale della Gestapo responsabile dell'arresto di Anna Frank. In questo periodo Wiesenthal localizzò nove dei sedici nazisti messi sotto processo nella Germania Ovest per l'uccisione degli ebrei di Leopoli. Tra gli altri criminali catturati vi furono Franz Stangl, il comandante dei campi di concentramento di Treblinka e Sobibor, ed Hermine Braunsteiner-Ryan, una casalinga che viveva a Long Island, New York, che durante la guerra aveva supervisionato l'uccisione di centinaia di donne e bambini.
Nel 1977 gli fu dedicata l'agenzia per la memoria sulla Shoah, il "Centro Simon Wiesenthal", che promuove la consapevolezza dell'antisemitismo, gestisce i Musei della Tolleranza a Los Angeles e Gerusalemme, e collabora ad assicurare alla giustizia i criminali nazisti di guerra sopravvissuti. Durante gli anni Wiesenthal ricevette molte minacce di morte e nel 1982 fu fatta esplodere una bomba all'esterno della sua abitazione di Vienna. Nell'aprile 2003 Wiesenthal annunciò il suo ritiro, affermando di aver trovato gli sterminatori che stava cercando: «Sono sopravvissuto a tutti loro. Se ne è rimasto qualcuno, sarebbe troppo anziano e debole per sostenere un processo oggi. Il mio lavoro è finito». Wiesenthal passò gli ultimi suoi anni di vita a Vienna, dove sua moglie Cyla morì nel 2003, a 95 anni.
Due anni dopo Wiesenthal stesso morì nel sonno a Vienna, e venne sepolto nel cimitero di Herzliya, in Israele.
In Italia sono usciti alcuni scritti importanti di Wiesenthal, di cui citiamo le ultime edizioni: Per l'uomo (Jaca Book 1990), Giustizia, non vendetta (Mondadori 1999), Il girasole. I limiti del perdono (Garzanti 2006) e Max ed Helen (Garzanti 2015).