Scrittore austriaco.
Rampollo di un'agiata famiglia ebrea, visse a Vienna sin dall'età di tre anni. Lasciati gli studi di giurisprudenza, intraprese in principio la professione dell'attore, che avrebbe però abbandonato presto in favore di un'attività di pubblicista.
Critico acutissimo della società in cui visse, Kraus fu senz'altro un maestro di stile, capace di una produzione ricchissima ed eterogenea di saggi, aforismi, poesie, drammi e commedie a sfondo satirico.
Bersaglio prediletto della sua verve è sempre stata l'ipocrisia connaturata alla società borghese.
Nel 1899 fu fondatore della rivista Die Fackel che, redatta interamente da lui a partire dal 1912, divenne famosissima per la capacità di innescare polemiche letterarie, politiche e di costume plungo l'arco di quasi quattro decenni.
Fu autore, fra l'altro, di celeberrimi aforismi, ma scrisse anche tragedie e alcuni saggi di critica letteraria e sociale.
Kraus ebbe modo, nel corso di una carriera letteraria di grande successo, di rivelare una vena satirica ancor oggi considerata di primissimo ordine.
A questa sua vena sono da ascriversi opuscoli di polemica letteraria come Die demolierte Literatur (1896) e Eine Krone für Zion (1898), pamphlet satirico nei confronti di Theodore Herzl, iniziatore del movimento sionista.
Divenuto cattolico, riuscì a mantenere una forte autonomia di pensiero e di espressione.
Al termine della Grande Guerra, che osteggiò dall'alto di uno spirito pacifistico e decisamente antimilitaristico, diede alle stampe i due volumi di Weltgericht (1919) e una tragedia di impianto espressionistico, Die letzten Tage der Menschheit (trad. italiana Gli ultimi giorni dell'umanità), opera che punta l'indice contro la piccolezza e la meschinità dell'apparato imperiale austriaco.