(Parigi 1732-99) autore drammatico francese. Figlio di un orologiaio parigino, lasciò presto l’attività paterna. Riuscì a introdursi alla corte di Luigi XV e nel 1760 divenne socio del grande finanziere Pâris-Duverney. Con l’erede di questi, La Blache, fu costretto a sostenere un processo, che nel 1778 finì per vincere. Compiute missioni segrete per Luigi XV e Luigi XVI, nel 1776 organizzò una flotta per rifornire di armi gli insorti americani contro l’Inghilterra. Si batté per il riconoscimento del diritto d’autore, e nel 1783 avviò a sue spese la pubblicazione delle Opere complete di Voltaire. Avventure, controversie, speculazioni finanziarie e processi si succedettero nella movimentata vita di B., il quale, dopo essere stato persino imprigionato in Olanda ed essersi poi rifugiato in Germania negli anni della rivoluzione, ritornò in Francia finanziariamente rovinato; ma, rimessosi negli affari, riuscì in breve a risollevarsi. La fama di B. è dovuta alla sua opera teatrale, che non fu la sua principale occupazione, ma che è inestricabilmente connessa alla sua turbinosa esperienza. Dopo due drammi poco significativi, Eugenia (Eugénie, 1767) e I due amici (Les deux amis, 1770), nel 1775 B. mise in scena Il barbiere di Siviglia (Le barbier de Séville). Il successo di questa commedia, e ancor più di La folle giornata ovvero Il matrimonio di Figaro (La folle journée ou Le mariage de Figaro) che, proibita nel 1783, fu rappresentata trionfalmente l’anno dopo, si spiega con la vivacità delle situazioni, il linguaggio franco e spiritoso, e l’intensa caratterizzazione dei personaggi, ma soprattutto con la forte satira sociale in esse contenuta. Le commedie di B. segnavano inoltre una netta rottura con la tradizione del contemporaneo teatro borghese, basato su personaggi e trame convenzionali, generalmente subordinate a intenzioni morali e edificanti. Di importanza molto minore il melodramma Tarare (1787) e il dramma La madre colpevole (La mère coupable, 1792), che conclude la trilogia iniziata col Barbiere e proseguita con il Matrimonio. Di B. ci restano anche un epistolario e numerosi Mémoires, libelli brillanti che ebbero larga diffusione e gli attirarono spesso le simpatie del pubblico. Esemplare rappresentante della borghesia nella sua fase ascendente, B. eleva anche nella sua opera un monumento all’intraprendenza e alla mancanza di scrupoli che caratterizzavano la sua classe nei confronti della corrotta e imbelle nobiltà. Il personaggio di Figaro è una delle creazioni più adeguate a simboleggiare una fase storica. Il suo spirito indipendente, la sua volontà e le risorse del suo ingegno finiscono per aver ragione dei potenti, i cui privilegi non corrispondono più a un effettivo ruolo sociale. La pregnanza storica e la vitalità delle due maggiori opere di B. è confermata anche dal fatto che, rispettivamente nel 1786 e nel 1816, esse ispirarono a Mozart e a Rossini due capolavori musicali.