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Elementi di sintassi strutturale - Lucien Tesnière - copertina
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Elementi di sintassi strutturale - Lucien Tesnière - copertina
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Descrizione


Tesnière è oggi particolarmente attuale grazie al suo apporto teorico nello studio della sintassi generale. Sulla base dell'esperienza personale di apprendimento e approfondimento di un numero considerevole di lingue ha potuto individuare un modello di sintassi applicabile a moltissime lingue, tra le quali l'italiano.
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Dettagli

2001
1 aprile 1999
432 p.
9788870117677

Voce della critica

La traduzione italiana di quest'opera fondamentale colma una lacuna vistosa della nostra editoria, rendendo giustizia a uno studioso originale, un autentico precursore. Nella sua non lunghissima vita, racchiusa tra il 1893 ed il 1954, Tesnière ha infatti saputo sviluppare una teoria della sintassi alquanto innovativa per i suoi tempi, la cui circolazione è stata di certo ostacolata dalla fortuita circostanza di dover competere, proprio negli stessi anni, con la prorompente diffusione dell'impostazione generativista. Quando infatti, nel 1959, l'opera di cui qui si presenta la traduzione apparve, postuma, presso Klincksieck (preceduta, sei anni prima, dallo Esquisse d'une syntaxe structurale presso il medesimo editore), erano trascorsi due anni dalla pubblicazione di Syntactic Structures di Noam Chomsky, destinato a ispirare gran parte della ricerca in sintassi formale dei decenni successivi. L'opera di Tesnière ha finito così per restare confinata ai margini del dibattito, benché non sia rimasta ignota agli studiosi meno preoccupati di aderire sempre e soltanto al pensiero dominante.

E bene hanno fatto costoro, dato che alcune delle fondamentali intuizioni di Tesnière sono in realtà riemerse, pur con altro nome (oltreché, beninteso, in un ben diverso quadro teorico), negli sviluppi successivi del pensiero chomskyano, a partire dalla fine degli anni settanta. Dati i limiti di spazio, mi limiterò all'essenziale. A Tesnière si deve l'introduzione di alcuni termini che hanno avuto una certa fortuna nella sintassi sia teorica che descrittiva: penso soprattutto a "valenza", "attante" e "circostante" (ovvero, secondo un termine oggi più diffuso, "circostanziale"). La valenza - con parola desunta dalla chimica - è la proprietà del verbo di richiedere un determinato numero di attanti (ovvero, "argomenti", come oggi si preferisce dire). Un verbo intransitivo sarà dunque monovalente (es. X tossisce); bivalente sarà invece un verbo che richieda due attanti (es. X afferma Y), e via dicendo (es. di verbo trivalente: X dà Y a Z). Accanto agli attanti, che sono argomenti necessari del predicato, vi possono poi essere i circostanti, che hanno carattere facoltativo; per es., X afferma Y con forza.

Già dal poco che si è detto si possono notare alcuni fatti di notevole interesse. Innanzi tutto, si può osservare che Tesnière si colloca nella tradizione del pensiero sintattico che, tra fine Ottocento e inizio Novecento, propone il declassamento del ruolo di soggetto: da argomento privilegiato del predicato (secondo la tradizione aristotelica) ad argomento tout court, sullo stesso piano degli altri. Si pensi all'opera di studiosi non molto noti, come lo svedese Carl Svedelius o il tedesco Theodor Kalepky, su cui dà importanti notizie Giorgio Graffi nel suo La sintassi tra Ottocento e Novecento (Il Mulino, 1991). E non sarà certo vano sottolineare che la centralità assegnata al predicato - un dato che si ritrova anche, significativamente, nei modelli sintattici ispirati agli studi di logica formale - è un tratto non particolarmente evidente nella prima teoria chomskyana, che soltanto in fasi successive si è appropriata di questa nozione. Lo stesso occorre dire dell'equivalente chomskyano degli attanti di Tesnière, i così detti "ruoli tematici"; che solo a partire appunto dalla fine degli anni settanta divengono un autentico cardine della sintassi generativa.

In secondo luogo, va sottolineato che la concezione della sintassi che emerge dal lavoro di Tesnière si discosta radicalmente da quella ingenua, in voga nella prima metà del Novecento, che vede essenzialmente, in questa componente della grammatica, lo studio dell'ordinamento lineare dei costituenti. Per Tesnière, la sintassi è studio dei rapporti gerarchici ("connessioni", nella sua terminologia) tra costituenti, piuttosto che disposizione lineare degli stessi. In questo, davvero, egli è stato un precursore del pensiero chosmkyano, come mostra anche l'uso abbondante di grafi (o, come lui dice, "stemmi") che illustrano le gerarchie interne dei costituenti sintattici. Benché il corso degli eventi non possa essere alterato a posteriori, non faccio dunque fatica a immaginare che, se soltanto l'opera di Tesnière avesse visto la luce un decennio prima, gli sarebbe stato riconosciuto un ruolo ben più centrale e propulsivo nell'evoluzione del pensiero sintattico.

Ai due curatori di questa edizione va il merito di aver reso accessibile ai lettori italiani un'opera non solo di grande interesse per la storia della teoria sintattica, ma tuttora di grande attualità sul piano didattico; una preoccupazione, questa, sempre presente all'agire scientifico di Tesnière (e invece dichiaratamente assente nel lavoro, puramente teorico, di Chomsky). Va precisato che, per rendere il prodotto più direttamente fruibile al lettore italiano, i curatori non si sono limitati a tradurre l'originale, ma vi hanno apportato numerosi adattamenti, sostituendo spesso gli esempi letterari francesi con analoghi esempi italiani, o sfoltendo l'esemplificazione ove questa non fosse pertinente per l'illustrazione di strutture presenti nella nostra lingua. Inoltre, come essi stessi spiegano nell'introduzione, l'originale è stato alleggerito di alcune parti, per rendere la consultazione più agile e immediatamente fruttuosa. Non vorrei suscitare allarmi: l'operazione è stata compiuta con garbo e competenza, senza alterare la lezione del maestro francese, e con indubbio vantaggio per la leggibilità. Era comunque opportuno segnalare questa circostanza, perché deve essere chiara la destinazione di questo libro: che si rivolge soprattutto a coloro (insegnanti di italiano o di lingue straniere) che intendano avvalersene per arricchire i propri strumenti didattici, mentre gli specialisti di sintassi o di storia della linguistica continueranno a rivolgersi all'edizione originale.

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