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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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E' un libro molto interessante da leggere. L'autore dopo aver spiegato la teoria di J. Assman sulla distinzione mosaica, va oltre mostrandoci come i tre monoteismi hanno una loro conflittualità sia interna che esterna. Ma non solo con l'idea di un Dio senza nome, ma anche con le stesse definizioni delle persone che non credono chiamandoli isolatri, pagani, politeisti, termini che non avevano un senso nelmondo greco-romano. E mentre i politeismi si basano su riti che, per non offendere nessuna religione, accettano anche gli dei dei popoli conquistati. monoteismi si basano su libri scritti o ispirati dal loro Dio. Su queste basi è difficile pensare, almeno per ore, anche solo che i monoteismi possano anche solo superare le differenze tra religioni
A differenza della filosofia, del teatro, dell'arte, della forma politica, non vi è più traccia, oggi, del politeismo antico. Per questa eclissi, certamente ha giocato un ruolo decisivo il cristianesimo che ha reso come superato quella religione. Il “quadro mentale” che ci offre, però, il politeismo insegna all'uomo moderno ad essere meno esclusivo, come fa il monoteismo, e al rispetto delle fedi altrui e delle stesse altre divinità diverse dalle proprie tradizioni culturali. Un punto di particolare interesse è rappresentato dalla dimostrazione che il conflitto a carattere religioso non trova spazio in un contesto culturale politeistico, il quale, anzi, cerca di assimilare anche gli dei degli altri. Credo che proprio questo approccio politeistico ci possa consentire di superare ogni conflittualità, educandoci al concetto del rispetto e cittadinanza di ogni forma del divino.
Piccolo grande libro, il cui filo argomentativo non si perde mai, anche se la trattazione è supportata da moltissimi dotti riferimenti, che conduce il lettore ad una approfondita meditazione sulla tolleranza, termine spesso non sufficientemente compreso - prima ancora che applicato - nelle società contemporanee. La ‘saggezza degli antichi’ non é un vuoto topos in questo libro ma un utile riferimento per il presente: il confronto tra gli usi religiosi degli antichi e i successivi monoteismi non si risolve in un dotto esercizio di stile ma, al contrario, suggerisce al lettore riflessioni profonde sul modo di pensare dei moderni, forgiato, nostro malgrado, da una visione monoteistica che va al di là del puro sentire religioso.
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