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Seguo da tempo, in veste di critica letteraria, i risultati inconsueti e spettacolari della letteratura surreale di Marco Settembre, e quindi devo innanzi tutto concordare con le due recensioni precedenti. Quello che però più stupisce, in Elucubrazioni a buffo ed in tutta la proposizione dell'Autore, è la funambolica capacità di Linguaggio. Le parole si affastellano tutte coerentemente congiunte, in storie iperboliche ma soprattutto in dialoghi curiosi e stupefatti, dove l'ironia perenne crea un mondo di affermazioni e volontà sempre esterne ad ogni ordinario. Così per l'aggettivazione del testo, in cui praticamente ogni termine è accompagnato da una ridefinizione sempre sorprendente. Si tratta quindi di una lettura da consigliare a chiunque, per una letteratura fuori dal comune e fuori dagli schemi.
Elucubrazioni a buffo, dieci racconti da non perdere, e non solo da parte del lettore appassionato del genere Avantpop. Questo perché Marco Settembre ha la rara capacità di porgere contenuti fantascientifici o iperfantastici senza mai rescindere il cordone ombelicale con una paziente nonché poetica partecipazione profondamente umanistica. Il risultato è una scrittura stupefacente, in cui la sperimentazione linguistica si fa veicolo non solo per l’assurdo e il grottesco, la satira e la parodia, ma anche per l’attenzione psicologica e sociale, con la paradossale conseguenza di veder emergere, laddove mai lo si sarebbe aspettato, ossia all’interno di scenari ludico-fantastici, un’emozionante effetto di realtà e di restituzione a tutto tondo dell’orizzonte umano. Si tratta di una caratteristica che percorre tutti i racconti del libro, ma a titolo di esempio uno su tutti: Visite inattese, splendido affresco dantesco di un’infernale società fantascientifica e attuale, irretita nelle illusioni consumistiche, nelle manipolazioni mediatiche, evidenti e occulte, in cui lentamente dal fondo si impone la fisionomia umana di Craig Foster, protagonista perdente e disadattato. Egli, attraverso una graduale stratificazione esistenziale e psicologica, diviene imprevedibilmente la coscienza ironica e amara della circostante radicale inconsistenza in cui vivono immerse tutte le altre umanità del racconto, proponendosi infine, nel senso di miseria che la invade, come l’unica vera realtà. Libro bellissimo, come pochi.
Un viaggio dentro la non ordinarieta' degli esseri umani, un elogio all'arcobaleno di sfaccettature, a volte grottesche, celate dalla quotidiana censura della diversità che, invece, li caratterizzano e rendono unici. Occhi ipervedenti li osservano e solo in virtù di una lucida e visionaria creatività, ne riescono a delineare, non senza una forte, autocompiacente ironia, i marcati tratti, invisibili ai più. Una lettura che affina la capacità di usare altre ottiche per osservare chi ci circonda e noi stessi, recuperando l'arma del sorriso e della beffa immaginifica.
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