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Libro finalista al Premio Alassio Centolibri-Un autore per l'Europa 2022
Maurizio de Giovanni scrive una delle storie che ha sempre sognato di raccontare. E ci consegna a un personaggio, tormentato e meravigliosamente umano, messo dinanzi al mistero del cuore.
«Dieci anni dopo "Il Metodo del Coccodrillo" che gli valse il Premio Scerbanenco, Maurizio De Giovanni fa una nuova scommessa narrativa.» – Ida Palisi, IlMattino.it
«De Giovanni torna in libreria con un romanzo lontano dai “suoi” "Bastardi di Pizzofalcone", intimo, in cui l'indagine è tutta interiore.» – Alberto Grandi, Wired
«Un viaggio interiore tra famiglia, perdita, dolore e il fascino immutabile delle formule matematiche.» – Maremosso
Dopo la morte della moglie, Massimo, professore di matematica in pensione, vive, introverso e taciturno, in una casa appartata su un'isola del golfo di Napoli. Pesca con metodo e maestria e si limita a scambiare rare e convenzionali telefonate con la figlia Cristina, che vive in una piccola città della ricca provincia padana. A interrompere il ritmo di tanto abitudinaria esistenza la notizia di un grave incidente stradale: la figlia e il genero sono morti, il piccolo Checco è in coma. Massimo deve assolvere i suoi doveri. Crede, una volta celebrata la cerimonia funebre, di poter tornare nella sua isola, e lasciare quel luogo freddo e inospitale. Non può. I sanitari lo vogliono presente accanto al ragazzino che giace incosciente. Controvoglia, il professore si dispone a raccontare al nipote, come può e come sa, la “sua” matematica, la fascinosa armonia dei numeri. Fuori dall'ospedale si sente addosso gli occhi della città, dove lo si addita, in quanto unico parente, come tutore del minore, potenziale erede di una impresa da cui dipende il benessere di molti. Da lì in poi quanto mistero è necessario attraversare? Quanto umano dolore bisogna patire? Per arrivare dove?
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un romanzo di De Giovanni che esula dalle sue storie di serie. Una storia bellissima e di amore infinito che parla del non-rapporto tra un nonno e un nipote che c’è ma non c’é. Un uomo, il nonno che sembrerebbe privo di sentimenti e menefreghista delle ragioni e delle vite altrui. Ma è tutta apparenza, quando decide di prendere in mano la situazione che si è venuta a creare, perché il nipote ancora bambino, rimasto orfano dei genitori, è ricoverato e rischia la vita, rivela un carattere forte e determinato a far rispettare i diritti dei più deboli ed è dal suo cuore che parte tutto. La scrittura è bella e travolgente come lo è sempre quella di De Giovanni. Desideravo leggere questo romanzo da quando ne appresi la sua uscita e non sono rimasta delusa ma, anzi, ne sono stata affascinata. Lo consiglio, se amate questo scrittore non vi deluderà. Buona lettura!
No, un libro che non lascia assolutamente nulla... Anche io l'ho trovato vuoto...magari con una buona idea ma devo dire che è stata una delle pochissime volte in cui non vedevo l'ora che arrivasse la fine. Storia raccontata in modo superficiale, descrizioni ripetitive, banali e scontate. No non leggerò altri libri di questo autore.
La trama non è nulla di speciale, ma i suoi personaggi e la tenerezza che ne suscita invece lo sono. Comprato mentre aspettavo in stazione, letto tutto d’un fiato
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Più che nuovo, il personaggio che Maurizio de Giovanni mette al centro nel suo ultimo libro è rinnovato. Sì, perché lo abbiamo già trovato, in Ricciardi come nei Bastardi, in Sara come nei destini fragili in concerto. E in ogni suo racconto e romanzo. A volte più nascosto, guardingo, lì dietro l’angolo, quasi celato come funziona con i misteri in un libro giallo, genere con cui lo scrittore napoletano ha creato serie dipendenze nei lettori. Un personaggio a cui, nel nuovo libro, de Giovanni dà anche l’onore di avere un posto nel titolo, come già è accaduto talvolta per altri suoi romanzi.
È il cuore. Declinato come affetto, amore, nostalgia, malinconia, bellezza e dolore. Ma è il cuore. Al quale de Giovanni applica un’equazione. Ma dato che i cuori sono tanti e diversi, le equazioni sono tante e diverse. E “L’equazione del cuore” che dà il titolo al suo nuovo romanzo, da poco uscito per Mondadori, è una e centomila, ma mai nessuna. Come possa un’equazione matematica applicarsi a un sentimento, de Giovanni ce lo svela attraverso i pensieri e le parole di Massimo De Gaudio, professore di matematica in pensione, vedovo da anni, ora pescatore in quell’isola nel golfo di Napoli, che dal sole che è fin contenuto nel nome del luogo dove vive, Solchiaro, si sposta al Nord, nel freddo e nella neve. Perché è al Nord che sua figlia Cristina si è trasferita con il matrimonio con uno dei rampolli di una delle aziende più importanti di una cittadina di provincia. Una cittadina dove, scoprirà Massimo, anche l’appartenere a una delle famiglie più in vista e stimate non fa sentire meno stranieri chi ci arriva senza esserci nato. Ed è al Nord che un incidente stradale ha spezzato le vite della donna e di suo marito. Lasciando sospeso tra la vita e la morte il piccolo Francesco, detto Checco, che quel nonno conosce appena, ma per il quale quel nonno pescatore è un eroe.
Francesco, che vive nel freddo del Nord, in un letto di ospedale, in un sonno dal quale non si sa se e come potrà svegliarsi, è il calore per iniziare a risolvere l’equazione del cuore di un nonno che viene dal sole ma che quel calore per sciogliere il suo freddo interno deve trovare.
Il destino è come l’amore, tutto da scoprire. E in questo libro, che non è un giallo, ma che in qualche modo un mistero, o forse anche più di uno, lo deve risolvere, de Giovanni riesce a dimostrare non solo che la logica e la matematica con la letteratura di indagine hanno a che fare, ma che i sentimenti e la ragione non sono così distanti tra di loro. Ancora una volta con Maurizio de Giovanni intraprendiamo un viaggio: questo, di viaggio, unisce come in una metafora unica luoghi lontani e sentimenti lontani, modi di essere lontani e pensieri lontani, emozioni lontane e dolori lontani che però, alla fine, lontani non sono mai, e bruciano sulla pelle e nel cuore. Anche se il cuore ha un’equazione.
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