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recensione di Lo Bue, M., L'Indice 1989, n. 1
Nell 'introduzione l'autore ricorda una frase attribuita ad Einstein che raccomanda di esporre la scienza al pubblico nel modo più semplice possibile, ma non in modo troppo semplice. Questo libro di Julian Shwinger, premio Nobel nel 1965 insieme a Feynman e Tomonaga, rappresenta uno dei migliori esempi di divulgazione "difficile" proprio nel senso della frase sopra citata. Il termine difficile in questo caso non si riferisce alla possibilità di comprendere il testo che non essendo per specialisti sarà accessibile a chiunque abbia una cultura matematica e fisica di base (a livello di scuola media superiore), ma piuttosto all'impegno che il lettore dovrà spendere per appropriarsi dei concetti esposti. La divulgazione "facile", più discorsiva e di veloce lettura, si limita a dare un'idea degli argomenti trattati, senza permettere al lettore di comprenderli e di ragionare su di essi in modo autonomo. Viceversa, "L'eredità di Einstein* richiede al lettore uno sforzo mentale che lo metterà in condizione di disporre con una certa familiarità dei principi di base della teoria della relatività (particolarmente di quella ristretta) e dunque di ragionare su di essi e sulle loro implicazioni in modo il più possibile autosufficiente. Il testo si sviluppa a tre livelli di pari utilità. In primo luogo i capitoli propriamente detti nei quali talvolta con un piacevole approccio storico-biografico vengono delineate le teorie della relatività ristretta e generale. In secondo luogo ci sono delle schede inserite nei capitoli con note storiche esempi concreti e approfondimenti sugli argomenti trattati. Infine la parte iconografica, oltre ad essere molto ben curata e piacevole, ricopre una funzione rilevante poiché in essa vengono spiegate in modo autonomo nozioni di notevole importanza (per esempio, la legge dell'inverso dei quadrati). Dimostrando di essere un divulgatore di gran classe, l'autore tratta in modo approfondito tutti i legami della teoria di Einstein con la fisica classica. In questo modo evita di disperdersi su argomenti di grande effetto ma difficilmente trattabili in modo elementare, quali sono le teorie su cui si lavora oggi (dunque ancora in discussione e difficili da inquadrare); viceversa vengono adeguatamente approfondite quelle che sono le basi necessarie e generalmente poco conosciute di una completa cultura fisica (l'elettromagnetismo, la fisica di Newton). Descrivendo accoratamente paradossi ed esperimenti ideali o realmente eseguiti, l'autore esplora molto a fondo la teoria della relatività più che nei suoi aspetti formali in quelli di carattere più strettamente fenomenologico. Anche se recente, questo libro nel suo campo può già essere considerato un classico della divulgazione e come per tutti i classici ci vorrà molto tempo prima che sia da giudicare superato.
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