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Il libro si legge rapidamente: in alcune sue parti è molto accattivante e incuriosisce il lettore, in altre forse un po' più pesante, in particolare quando il protagonista parla dei suoi problemi d'amore, delle proprie riflessioni e angosce. Se si considera che è uno scritto autobiografico, penso che tutto ciò si possa rivalutare in un'ottica diversa e non solo come frutto di invenzione da parte dello scrittore.
l'incipit è accattivante ma il romanzo si avvolge presto su se stesso e si spegne in interminabili riflessioni autoconsolatorie del protagonista. deludente.
Romanzo un po' autolesionista, cattivello e, a volte, dolcemente razzista. Questi i pregi. Un po' avvitato su se stesso.
Recensioni
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"Ero dietro di te". Quattro parole accattivanti, seguite da un nome di donna e un numero di telefono, destinate a cambiare il corso dell'esistenza del protagonista, un attraente francese sulla trentina, a cena in un ristorante fiorentino. È "con il cuore e la testa devastati" che l'uomo è arrivato a Firenze, nel tentativo di prendere fiato dalla sua morbosa vita coniugale. Affascinato dall'intraprendenza della ragazza del biglietto, decide di chiamarla. L'incontro con Alice, bella studentessa torinese, è folgorante: tra i due étrangers (nel duplice senso di stranieri ed estranei) si instaura subito una complicità inattesa. L'idillio sembra però destinato a una brusca fine: dopo una notte di passione gli amanti si separano con la promessa di non cercarsi. Lei torna a Torino dal suo uomo, lui raggiunge la moglie a Parigi per poi tornare con lei nella loro dimora di Tanambo. Ma la vita coniugale è insostenibile. Alexandrine, moglie perennemente insoddisfatta, finisce per scoprire l'avventura del marito. Lui, che aveva ripreso i contatti con Alice, si trova, oppresso dai sensi di colpa, davanti a un bivio. Fatica di un autore indubbiamente colto, Ero dietro di te ha diversi pregi ma anche molti difetti. Bisogna, certo, riconoscere il coraggio dell'autore, che compie la scelta azzardata di narrare una storia di tradimenti attraverso la voce del protagonista maschile, tradito e traditore. Scelta che risulta purtroppo infelice quando il narratore assume i toni lagnosi di chi si atteggia ora a vittima, ora a carnefice. Parimenti infelici i commenti sociologici sulle differenze culturali tra Italia e Francia, segnati da una certa leggerezza nell'accogliere gli stereotipi. Tra i pregi vi è indubbiamente l'accurata semplicità della scrittura, che rende il testo piacevole per il lettore più interessato all'analisi psicologica dei rapporti di coppia che alle finezze estetiche.
Luigia Pattano
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