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Anno edizione: 2015
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Al netto della discutibile premessa al saggio – il curatore, forse un conservatore americanista, mi ha dato l’impressione che cercasse quasi di smorzare la forza delle idee del Prof. Alberto Caturelli (1927-2016) – il libro merita senz’altro di essere letto. Esso offre non soltanto una critica cattolica del liberalismo, ma anche il confronto di questo con la dottrina sociale della Chiesa. Questa rappresenta una “concezione del mondo” (e dell’uomo) del tutto alternativa alla Rivoluzione liberale (e ai suoi successivi sviluppi) ed è un peccato che sia così poco conosciuta. Caturelli espone qui un pensiero forte e assolutamente controcorrente: << […] non si devono far coincidere “liberalismo” e “democrazia”. Se il liberalismo, in concreto, propugna la “democrazia liberale” come espressione politica genuina della sua visione del mondo, da ciò non consegue che il regime democratico s’identifichi con la democrazia liberale. Al contrario, in questo studio mi permetterò di sostenere che la vera democrazia è antiliberale e organica, e che il regime liberale è di suo antidemocratico>>. Partendo dal nominalismo di Occam, il professore argentino analizza, l’origine e la natura del liberalismo ed attua una critica serrata ad alcuni pensatori di spicco, rei di voler conciliare o identificare il liberalismo con il cattolicesimo. Unico punto debole della sua disanima mi è sembrata la sua miope o ingenua convinzione di un’ermeneutica della continuità, anche in tema di liberalismo, tra magistero pre e post Concilio Vaticano II; Caturelli si impegna a dimostrarla riportando qualche pronunciamento o brevi passi di documenti conciliari, ma i suoi sforzi non mi hanno convinto: la frattura conciliare è davvero troppo palese. A riprova di ciò, basti leggere la lettera pastorale dei vescovi dell’Ecuador (1885) che arricchisce e conclude il libro: dopo averla letta ci si chiede se quella attuale sia ancora la Chiesa Cattolica Apostolica Romana o se sia, in realtà, un’altra chiesa…
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