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La normalità del quotidiano contiene infatti le sue stregonerie che sono ascensioni verso il bello, e il bello, in sé, si riserva spiragli di verità. Pablo Paolo Peretti, classe 1957, danese d'importazione dal 1999, si riserva una saggezza da 'affabulatore della porta accanto', che ti intrattiene piacevolmente sul pianerottolo del condominio, offrendoti un'arancia da sbucciare e una manciata genuina di parole che ricusano 'alte' legittimazioni, ma che irradiano una desiderabilità senza blasoni finalizzati a barare sull'essenza. Il suo è un collage di immagini, una inflorescenza con musica di ritorno sottile e impressiva. Una poesia che usa il lapis e la polaroid, che spiazza con la sua immediatezza, che anche le cose nevralgiche, difficili da masticare e da digerire, te le porge senza aperta petulanza, con la pacatezza rassicurante che in qualche modo persuade e coccola, grazie al valore della sua libertà da pastoie e dall'abitudine della complicazione.
Essere o non essere? Nessun problema! di Pablo Paolo Peretti Il titolo ironico non può ingannare la presenza della malinconia, il passaggio tra le fasi dell'amore e la cognizione di assopire il dolore, lasciando intatto l'abbozzo delle ferite. Pagine dove le parole non pesano, descrivono con leggerezza il sentire che, giorno dopo giorno, apre ai sentimenti. Come l'ape impollinatrice vola di fiore in fiore, così Pablo passa di memoria in memoria, si sofferma su un ricordo malinconico - “Ma toccare il tuo ricordo/ è un sogno malinconico/lascio le mie dita/ toccarti nell'aria”. “Lei”, una donna speciale, ripetuto in dodici capoversi, è il rimpianto per la madre, il verso prepotente e tenero diventa l'eco di una casa vuota (Occhi bassi), ancora: “Lontana è la strada di casa/ e aiutami a diventare una notte/ dove per anni venni salvato dalle tue braccia”. (Sei bella) Questo amore incondizionato scorre vicino ai versi struggenti di Giorgio Caproni per la madre morta (Annina). “Anima mia, sii brava/ e va’ in cerca di lei./ tu sai cosa darei/ se la incontrassi per strada.” Pablo coltiva la poesia per pura necessità esistenziale, intravede l'andare dei giorni attraverso il filtro delle parole, infine accetta l'attesa dell'ignoto, la paura che vedrà arrivare senza più provare timore. Questo trascina l'amore nella completezza o nel vuoto del distacco, la scomparsa libera entrambi dal vincolo che solo uno sente, soffre, rimane l'ombra. Non trattiene l'oggetto d'amore, non chiede, conosce il desiderio, non il suo nome – la chiave – l'autentico che illumina i tanti passaggi vissuti per ritrovarsi – felice e scontento - Traccia la sua storia, scopre e coinvolge i propri sentimenti con il nostro sentire, cerca il giorno in cui tutto sarà liberato dall'ansia di possedere – sarò occupato a diventare acqua di mare – La poesia invita a pensare, nel luminoso nord dell'isola di Fyn, quando H.C.Andersen vedeva cambiare le stagioni che oggi ispirano Pablo Paolo Peretti.
Essere o non essere? Nessun problema! di Pablo Paolo Peretti Il titolo ironico non può ingannare la presenza della malinconia, il passaggio tra le fasi dell'amore e la cognizione di assopire il dolore, lasciando intatto l'abbozzo delle ferite. Pagine dove le parole non pesano, descrivono con leggerezza il sentire che, giorno dopo giorno, apre ai sentimenti. Come l'ape impollinatrice vola di fiore in fiore, così Pablo passa di memoria in memoria, si sofferma su un ricordo malinconico - “Ma toccare il tuo ricordo/ è un sogno malinconico/lascio le mie dita/ toccarti nell'aria”. “Lei”, una donna speciale, ripetuto in dodici capoversi, è il rimpianto per la madre, il verso prepotente e tenero diventa l'eco di una casa vuota (Occhi bassi), ancora: “Lontana è la strada di casa/ e aiutami a diventare una notte/ dove per anni venni salvato dalle tue braccia”. (Sei bella) Questo amore incondizionato scorre vicino ai versi struggenti di Giorgio Caproni per la madre morta (Annina). “Anima mia, sii brava/ e va’ in cerca di lei./ tu sai cosa darei/ se la incontrassi per strada.” Pablo coltiva la poesia per pura necessità esistenziale, intravede l'andare dei giorni attraverso il filtro delle parole, infine accetta l'attesa dell'ignoto, la paura che vedrà arrivare senza più provare timore. Questo trascina l'amore nella completezza o nel vuoto del distacco, la scomparsa libera entrambi dal vincolo che solo uno sente, soffre, rimane l'ombra. Non trattiene l'oggetto d'amore, non chiede, conosce il desiderio, non il suo nome – la chiave – l'autentico che illumina i tanti passaggi vissuti per ritrovarsi – felice e scontento - Traccia la sua storia, scopre e coinvolge i propri sentimenti con il nostro sentire, cerca il giorno in cui tutto sarà liberato dall'ansia di possedere – sarò occupato a diventare acqua di mare – La poesia invita a pensare, nel luminoso nord dell'isola di Fyn, quando H.C.Andersen vedeva cambiare le stagioni che oggi ispirano Pablo Paolo Peretti.
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