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L' estetica dello choc. La scrittura di Curzio Malaparte tra esperimenti narrativi e poesia - Giuseppe Panella - copertina
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L' estetica dello choc. La scrittura di Curzio Malaparte tra esperimenti narrativi e poesia
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L' estetica dello choc. La scrittura di Curzio Malaparte tra esperimenti narrativi e poesia - Giuseppe Panella - copertina
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Descrizione


In Malaparte vi è la precisa volontà di costruire un effetto di choc che colpisca con violenza la coscienza dei lettori e li costringa a riflettere su eventi sconvolgenti e inaccettabili. Questi eventi, però, gli appaiono essenziali ai fini della rinascita di quella soggettività europea che lui considera ormai decaduta, «marcia». Viaggiando e scoprendo paesi lontani scorge un mondo degradato, la cifra stessa del tramonto di quell'Europa e di quella provincia italiana in cui si era formato e a cui era fino ad allora rimasto legato. La morte e le aberrazioni che ritrova dappertutto e, in special modo, nella Napoli del dopoguerra, vera capitale internazionale della prostituzione fisica e morale di uomini e donne, costituiscono la forma esemplare di quel tramonto, la dimensione dell'esistenza umana più orribile da accettare e da riprodurre narrativamente.
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Dettagli

2
2017
16 gennaio 2017
80 p., Brossura
9788884102546

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alberto pierobon
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Si passa in rassegna alcune opere del Malaparte, guardando alle particolari modalità estetiche da Egli cesellate nel contesto di una auspicata rinascita del senso dello Stato, il quale implicava la possibilità del rinnovamento delle potenzialità morali e intellettuali di un “uomo nuovo” (R.Serra). Si vedano, tra altrI: Viva Caporetto! I santi maledetti 1921: Maledetti toscani 1956; Tecnica del copo di Stato 1931; Le nozze degli eunuchi 1922; Italia barbara 1925; (tutto è possibile e giusto in Italia, specie in provincia); Sangue 1937 ; Kaputt 1944 nel "rovesciamento della tematica del Sublime (da forma di coscienza elevata a situazione di degradata consapevolezza dell’abiezione) mescolando con forti tinte di orrore e di raccapriccio, la loro maggiore cifra stilistica" la "dimostrazione dell’esistenza del Male come categoria ontologia della soggettività umana e della non-redimibilità del suo presente, come forma rappresentativa vibrante e ostinata non tanto della sua “banalità” quanto della sua insopprimibilità, della sua perduranza attraverso epoche e azioni; La pelle; Arcitaliano 1928. Conclude l'A: la poesia costituiva, nella sua personale prospettiva estetica, un momento fondamentale per la costruzione della poetica che costituirà il suo punto di riferimento anche per la scrittura narrativa e le sue opere maggiori. La poesia è frutto di occasioni fortuite, è invenzione del caso, è mallarmeamente l’hazard che appre le porte al gesto capace di produrla. La poesia esiste in natura, “allo stato di grazia”, e non ‘è bisogno di inventarla per essere tale. La poesia osserva Malaparte è «il luogo geometrico di tutti i punti equidistanti dalla natura, dalla realtà, dal senso. Direi anche dall’intelligenza, dalla coscienza, dal sentimento (..) dove c’è poesia non c’è Stato; non c’è altro che poesia» . La poesia come esperienza di un nuovo e comune linguaggio dell’arte, un tentativo di originalità assoluta nella scrittura in nome di una lingua rinnovata e ritrovata.

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Giuseppe Panella

1955, Benevento

È stato allievo della Scuola Normale Superiore di Pisa dove ha lungamente insegnato Estetica e si è perfezionato nei suoi studi a Parigi presso l’École Normale Supérieure e a Dublino presso il Trinity College. Importante il suo contributo agli studi e alla definizione della figura di Curzio Malaparte a cui ha dedicato due originali saggi: La vocazione sospesa. Curzio Malaparte autore teatrale e regista cinematografico, Roma, Fermenti Editore, 2013 e L’estetica dello choc. La scrittura di Curzio Malaparte tra esperimenti narrativi e poesia, Firenze, Clinamen, 2014. Attualmente, Giuseppe Panella è presidente del comitato tecnico del Premio Letterario Chianti. Tra le sue pubblicazioni più recenti vanno ricordate la sua trilogia sul concetto...

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