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L'Europa in guerra - Fabio Mini - copertina
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Europa in guerra

Descrizione


La guerra in Ucraina è il risultato della difesa di un Paese membro delle Nazioni Unite dall’attacco della Russia. Poteva essere evitata, ma non l’ha voluto nessuno. Anzi, la patente di giustizia e legittimità è servita a inasprire il conflitto e ad allargarlo. Proprio la legittimità è un dogma dell’Occidente, che rappresenta un quarto delle terre emerse e un settimo della popolazione mondiale. Che produce il 50% del Pil globale e consuma parte di quello del resto del mondo. Gli Usa cercano di limitare lo sviluppo economico dell’Occidente europeo, negando qualsiasi strumento militare indipendente. E, fortunatamente per gli States, l’Europa è gestita da organi burocratici che ne riconoscono l’egemonia. Gli Stati Uniti esercitano quindi la supremazia globale e si oppongono alla Cina e alla Russia. E il vero ostacolo è rappresentato dalla potenza nucleare di Mosca, e non da quella commerciale della Cina. L’Ucraina è quindi uno dei passi statunitensi verso la sistemazione definitiva di una vecchia faccenda: il depotenziamento militare della Russia e quello economico dell’Europa. Ed è l’anticipazione del contrasto politico, economico e militare nei confronti della Cina. Tutto questo può giustificare un conflitto? Il pacifismo risponderebbe di no. La prassi politica risponderebbero di sì. Anzi, sono bastati eventi meno gravi per indurre l’Occidente a scendere in guerra: nei Balcani, in Iraq, in Siria, in Afghanistan, in Libia. È questa costante geopolitica e mentale a rivelare l’ennesimo e ipocrita segreto di Pulcinella: siamo in guerra.
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Dettagli

2023
14 febbraio 2023
201 p., Brossura
9788831431910

Valutazioni e recensioni

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Antiope
Recensioni: 1/5
Propaganda anti-NATO e antiamericana

Le analisi geopolitiche di questo libro non sono attendibili, la realtà è ben diversa. Putin anziano con mentalità formata nel KGB, non aveva accettato la fine dell'impero Russo diventato URSS e la caduta della Cortina di Ferro. Avendo dedicato anni a potenziare le forze armate della Federazione Russa e a far costruire missili ipersonici ed avendo reso ricattabili vari stati europei con le forniture di gas, pensava di essere pronto per annettere impunemente parte dell'Ucraina (oltre alla Crimea) togliendole lo sbocco al Mar Nero. Così avrebbe trasformato l'Ucraina, che voleva entrare nella UE (e non nell' Unione economica eurasiatica) in uno stato disfunzionale. Putin puntava sullo scarso interesse ad impegnarsi degli USA, geograficamente lontani e interessati maggiormente al Pacifico. Putin non era preoccupato dall'Europa Occidentale popolata prevalentemente da abitanti interessati a questioni economiche, edonistiche e non interessati a difendere valori come la sovranità e integrità territoriale degli stati. Putin puntava su europei occidentali terrorizzati dall'idea di combattere e che quindi si sarebbero piegati alla volontà di Mosca e magari sarebbero stati così codardi da non fornire nemmeno armi all'Ucraina. Gli stati della UE devono valutare se sono disposti ad accettare che la Russia spadroneggi in Europa, invada e bombardi stati che non accettano che Mosca decida la loro politica estera e come regolare questioni interne con traditori separatisti. Una Federazione Russa con un PIL simile a quello della Spagna ha il diritto di essere egemone in Europa, sul Baltico, nell'Artico, nel Mediterraneo o gli stati della UE si vogliono armare sul serio per farsi rispettare dal regime di Mosca?

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Democrito
Recensioni: 1/5
Anti-USA

Esibisce la solita postura ingenerosa nei confronti degli USA. Chissà come mai l'adesione alla NATO di stati ai confini della Russia sarebbe stata una provocazione mentre non lo era ai confini della Svizzera? Perché la mentalità imperialista ed autoritaria dell'élite al potere in Russia la porta a pretendere di poter imporre la propria volontà agli stati europei vicini ( Ucraina, Georgia, Moldavia etc.) minacciando o usando l'uso della forza militare. La Russia non riconosce una piena sovranità a stati vicini e vuole poterli ridisegnare ( sottraendo territori) ed invadere a piacimento. I russofoni vengono usati da Mosca come pretesto per attuare indebite ingerenze e giustamente sono stati visti a volte, in parte, come quinte colonne del Cremlino utili per minare l'integrità territoriale di stati meno potenti. L'adesione alla NATO è vista dal Cremlino come un grave ostacolo per invasioni e bombardamenti di certi paesi. Ma già la volontà dell'Ucraina di entrare nella UE, dopo riforme e in tempi non brevi, nel 2014 scatenava la volontà punitiva di Putin che non tollerava che Kiev uscisse dalla sfera d'influenza di Mosca. Bisogna prendere atto che la Russia è ancora una minaccia per la libertà dei popoli dell'Europa dell'est. Mosca ha abbandonato l'ideologia comunista sovietica ma non la volontà di dominio imperiale. Gli USA non impediscono agli stati dell'Europa occidentale di rinforzarsi militarmente, anzi avevano più volte chiesto di aumentare le spese militari. Dato il militarismo del Cremlino, Mosca dominerebbe l'Europa se non ci fosse la NATO. Un altro impero che per secoli aveva dominato è la Cina. Il Partito Comunista Cinese vuole imporre il proprio dominio almeno in Asia e nel Pacifico e gli stati democratici e liberali dell'Asia Pacifico hanno bisogno dell'alleanza con gli USA per difendere la propria sovranità e libertà. Le democrazie liberali della NATO ,e altre democrazie amiche, devono restare unite per affrontare gli imperi autoritari.

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massimo
Recensioni: 5/5
Mini

Nel 1962 a fronte di uno schieramento più apparente che reale gli Stati Uniti strillarono al pericolo nucleare. Tornate le navi in URSS con molta discrezione gli USA tolsero i missili nucleari dalla Turchia. Non era la stessa cosa, a parti invertite, oggi?

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Recensioni

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Conosci l'autore

Fabio Mini

Fabio Mini (Manfredonia, 11 dicembre 1942) si è laureato in Scienze strategiche per poi perfezionarsi in Scienze umanistiche presso l’Università lateranense e in Negoziato internazionale presso l’Università di Trieste. Generale di corpo d’armata, è stato capo di stato maggiore del Comando Nato per il Sud Europa che, a partire dal gennaio 2001, ha guidato il Comando interforze delle operazioni nei balcani. Dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 è stato comandante della forza internazionale di pace a guida Nato in Kosovo (Kfor). Tra i vari incarichi è stato portavoce del capo di stato maggiore dell’Esercito italiano e, dal 1993 al 1996, ha svolto la funzione di addetto militare a Pechino. Ha inoltre diretto l’Istituto...

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