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pagina dopo pagina ti coivolge in una Milano del 2023 che pero' io vedo molto vicina a quella dei giorni d'oggi.
Recensioni
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Una guerra non finisce mai veramente. Continua a distruggere nella carne e nell'anima chi l'ha conosciuta e attraversata partorendo nuovo odio e un rinnovato gusto per la morte. Lungo questa profonda ferita si snoda questo romanzo sospeso tra lo studio introspettivo e l'orrido fantastico a cui fa da ponte la guerra glupan (in serbo "coglione") consumatasi nell'ex Jugoslavia. L'eco di questa carneficina si riflette in una Milano cosmopolita nel 2023 in cui "avanzi di tante guerre" cercano di rifarsi una vita tra bande di skinners e ambulanze dalle pittoresche fiancate nella completa assenza di regole e di colori. Su questi sfondi un serial killer compone con i corpi delle proprie vittime vere e proprie installazioni artistiche. Sei sono gli omicidi. Chi indaga per conto dei Reparti d'investigazione è Nigredo ex terrorista la cui specialità è ascoltare la voce dei cadaveri. Un'indagine lunga un inverno costringerà Nigredo ad affrontare la fiumana di ossessionanti ricordi che vengono dal passato capeggiati da una ragazza "dagli occhi kirghisi". Attorno a lui un girotondo di eccentrici individui: l'affabulatrice Dessa la poliedrica Olivia i bambini deformi del Centro di riabilitazione e la responsabile dello stesso la algida Eva. Ma quest'ultima è più che un personaggio. Serba del Kosovo resa orfana dalla guerra e ora "madre senza figli" dei bambini del dolore Eva è il centro nevralgico di questo noir figura simbolica di un orrore incessante che supera e vince confini spaziali e temporali. Attraverso una scrittura spigliata e efficace (che non si sottrae a intermittenze vicine alla poesia) l'autrice guida il lettore lungo un'azione che si sviluppa e si chiude come un cerchio perfetto al centro del quale si compie l'incontro tra due solitudini. A unirle una consapevolezza. "Nel linguaggio dei segni cuore è un pugno chiuso".
Rossella Durando
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