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Anno edizione: 2013
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Il saggio della Beccaria ha il pregio della ricognizione privilegiata delle fonti giudiziarie che sono, per gli esperti del settore, le più attendibili e le più qualificate per la formazione di sistemi esperti di classamento del materiale. Per esperti del settore si intendono i giuristi che partecipano alla celebrazione giudiziaria dei processi sul terrorimo e i teorici dell'informazione, quei tecnici che elaborano frammenti axiomatici o spesso anche solo indiziari di dati sensibili per costruire generalmente con andamento a grafi o hub di invarianza ovvero coi modelli matematici dei links di Barabasi ipotesi correlate alla istruttoria processuale oppure, come qui, alla ricerca sociologica. Se nel settore le scuole sono due, quella storica e colta della sociologia di Ventrone e quella formale e per matematica di rete di Salvini, la teoria di ricerca della Beccaria non appartiene nè all'una nè all'altra ma fonda una sua analisi sociologica di campo, che ha modelli scolastici nella ricerca urbana di Scivoletto, sul rigore doocumentario più che sul saggio a tesi. E infatti, a differenza della sociologia colta di Ventrone o di Orsini, l'analisi dell'autrice preferisce il dato alla tesi. In questo modo il personaggio del saggio, Elio Ciolini, è descritto molto oggettivamente con una oggettività che però in ambito giudiziario spesso riduce il campo semantico e istruttorio e lo limita. Ciolini è interpretabile secondo modelli di logica cognitiva della psicoanalisi che hanno impiego privilegiato ai livelli più alti della intelligenza giudiziaria del terrorismo, mentre qui si è curata maggiormente la sua prossemica nemmeno urbana, ma internazionale, con riferimento all'avvocato Federici che nel saggio costituisce l'assioma di intelligenza della enigmatica parabola di Ciolini, del quale però concludiamo il pur bel libro senza capire per chi lavorasse, anche se il saggio propende per una interpretazione del "lavoro in proprio" del personaggio, teoria non convincente.
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