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Unknown Pleasures rappresenta il primo tempo di un autoritratto glaciale, una fredda ed analitica rappresentazione di se stesso, del proprio dolore, della propria solitudine. La musica dei Joy Division si sviluppa su linee melodiche geometriche e taglienti, su battiti convulsi ma regolari, lucida trasposizione della severa autoanalisi di Ian Curtis. Unknown Pleasures è forse l'urlo disperato più "silenzioso" e "coraggioso" che il rock ricordi, e anche il freddo a volte può scaldare o scalfire l'ascoltore; può essere così forte il dolore tanto da invertire semanticamente le cose? Può "l'amore separare e non unire"? Unknown Pleasures ci proietta in uno scenario desolante, nell'anima di una persona forse già rassegnata al proprio destino e che suo malgrado lascia alla musica, insieme al seguito Closer, una drammatica testimonianza di quanto la disperazione, unita al talento, possa diventare un catalizzatore speciale di un capolavoro. Miglior incipit di Disorder non poteva esistere. E' un vero e proprio manifesto della band. Basso e batteria disegnano una ritmica incalzante mentre Ian Curtis spiega la sua voce nervosa sul tappetto sonoro di Sumner. La gravità della voce di Curtis ci introduce alla nevrosi della musica dei Joy Division e sono rare le aperture melodiche a smorzare una tensione palpabile. Day of the Lords entra di diritto nell'olimpo del dark segnando uno degli episodi più seminali del disco: i Sister of Mercy non ne usciranno indenni. Il lento incidere unito ad una sinth apocalittico rende il brano angoscioso, cupo e perfino tetro, Lars Von Trier potrebbe farne un egregio utilizzo. Con Candidate il ritmo rimane compassato ed in un certo senso il pezzo stilisticamente anticipa il leitmotiv di Closer. Curtis sussura e tenta di urlare, il basso amorfo e gli echi delle chitarre, che sembrano provenire da stanze buie e vuote, intimoriscono, preannunciano la sconfitta, il lento soccombere al mal di vivere....
I Joy Division sono stati una band Post-Punk/New Wave inglese formatasi a Salford, nella contea di Greater Manchester, nel 1977. "Unknown Pleasures" è il primo album in studio della Band, pubblicato nel 1979 sotto label Factory Records. È stato registrato nell'aprile del 1979 (1-17 aprile) presso gli Strawberry Studios di Stockport, in Waterloo Road. L'album è stato mixato da Martin Hannett, come pure il secondo album del gruppo, "Closer", e prodotto, appunto, dalla Factory Records. La copertina presenta un'immagine presa da "The Cambridge Encyclopedia Of Astronomy" ed è stata realizzata da Peter Saville e Chris Mathan. Esce in Inghilterra il 15 giugno 1979. Il disco inizia con la traccia "Disorder", che fa entrare l'ascoltatore in un viaggio "onirico" guidato dalla voce del cantante Ian Curtis, che esordisce con la frase "I've been waiting for a guide to come and take me by the hand" (stavo aspettando l'arrivo di una guida che mi prendesse per mano). Altri brani da ricordare sono "Day Of The Lords", "Candidate", "Insight", "New Dawn Fades", "She's Lost Contol", "Shadowplay", "Wilderness" ed "I Remember Nothing". Nel vinile originale, le prime cinque canzoni si trovavano sul Lato A, le altre sul Lato B. Dell'LP originale esiste una versione molto rara con il disco in vinile di colore blu scuro, come l'arredamento della stanza dove il cantante si ritirava a scrivere i suoi testi. Un classico assoluto, assieme al successivo "Closer", di tutto il Post-Punk e della New Wave, questo grazie alla sua bellezza. Molto curata questa edizione in 2 CD con il Live di Manchester. Una garanzia di grande classe artistica e compositiva.
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