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Ogni volta che arriva un pacco della Babalibri è una gioia, triplice: per l'attesa della sorpresa, per la bellezza degli albi, per il piacere che si pregusta nei bambini. Come per i sette topini che la mamma prepara per andare a scuola, ma che invece non ne vogliono sapere: perché hanno sonno, la scuola è lontana, fa freddo, non conoscono gli altri bambini e soprattutto perché lungo la strada nel bosco ci sono i serpenti. Mamma Topini, però, con due gomitoli di lana costruisce due rotaie di filo blu lungo il quale giocheranno a formare un treno tenendosi per la coda i sette fratellini, a cui si aggiungeranno via via tutti i topolini del bosco in un treno così lungo da spaventare e far scappare il serpente. Da allora, "per andare a scuola, tutti i topolini prendono ogni giorno il treno dei topini". La morale è semplice come la storia: l'unione e l'amicizia fanno vincere la paura e fanno diventare la scuola bella come un gioco. Le illustrazioni sono anch'esse semplici, che non vuol dire semplificazione e banalizzazione del gusto, ma ricchezza di segni e significati a portata di occhi, di sensibilità e di comprensione da parte dei piccoli; tutto il contrario di una discutibile tendenza odierna alla "intellettualizzazione dell'illustrazione", alla proposta di stili raffinati, simbolici, surreali, onirici, astratti, quasi che dovessero piacere più a critici ed esperti che ai naturali destinatari, i bambini. Gli altri albi del pacco di fine anno confermano una linea editoriale ormai pienamente consolidata: da un classico come Alessandro e il topo meccanico di Lionni a un altro classico contemporaneo come Il lupo che voleva farsi pecora di Ramos a Io e Mao del cinese trapiantato a Parigi Chen Jiang Hang che rievoca e disegna i giorni bui per la sua famiglia della Rivoluzione culturale.
Fernando Rotondo
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