La famiglia Winshaw
- EAN: 9788807813825

Disponibile in 2 gg lavorativi

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01/01/2015 08:20:42
E' stato il primo libro Coe che ho letto e devo dire che non sarà l'ultimo. Non l'ho trovato noioso neanche nelle digressioni sulla descrizione dei membri della famiglia. Sicuramente la storia è un po' "tirata" ma avvincente e ben gestita dando un ruolo mai banale a tutti i personaggi che compongono la storia la cui sfera personale ha sempre un rimando alla trama del romanzo. Consigliatissimo a chi vuole leggere un bel libro pieno di...brio!
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27/08/2014 14:49:45
L'analisi del periodo Tatcheriano inglese attraverso le personalità della ricca famiglia che dà titolo al romanzo, viste al microscopio dagli occhi di uno scrittore che rincorre un sogno ad occhi aperti, o giù di lì. Personaggi per lo più avidi, aridi, mossi unicamente da fini speculativi il cui obiettivo è far parte dell'élite calpestando idee e persone, e per i quali, nei vari capitoli a essi dedicati dalla penna di Coe, ho provato una gustosa sensazione di fastidio accompagnata da punte di odio. Finale romanzato - ma perfettamente in linea con la filmografia citata dall'autore - che rispecchia un creativo ma viscerale desiderio di giustizia. Almeno il mio.
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16/06/2014 13:27:57
Mi sto avvicinando a Coe ultimamente e dopo le numerose recensioni ho deciso di prendere anche questo libro. Avvincente si, critica alla società esplicita si, chiaro si. Noioso anche. Ci si allontana un attimo dal filo principale della storia per rimanere in tema con l'attualità con cui Coe compie il suo atto di denuncia. Per il resto armatevi di un po' di pazienza. Perché le parti raccontare da Micheal sono fenomenali e il finale vi lascerà sbalorditi perché travolge tutto in poche pagine conclusive.
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12/02/2013 11:52:46
un libro divorato in poco tempo. nonostante in alcuni punti diventi un po' noiosetto soprattutto nei racconti della vita di alcuni famigliari, il tutto è fine alla storia. un intreccio incredibile di personaggi, un humor veramente fine, e un finale non scontato. libro da 5 meritatissimo.
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16/12/2012 00:01:38
Questo libro è veramente un'opera che merita un'alta valutazione. Sono rimasto stupito dalla capacità dello scrittore nell'intreccio degli eventi, tipico appunto dello stile del nostro Italo Calvino. Nonostante il romanzo sia in qualche modo "surreale" in certi aspetti, non mancano gli importanti riferimenti alla realtà, come dimostrano l'ambientazione e gli aspetti storici ad esempio. La famiglia Winshaw è una tipica famiglia "potente" che è disposta a tutto pur di guadagnare...fino ad interferire con la vita dei singoli cittadini. Per chi ama lo stupore, questo è un ottimo libro, che ti stupisce fino all'ultima riga del romanzo..
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10/12/2012 08:31:32
Visti i commenti pensavo meglio! La storia di per sè non è male ma la narrazione a tratti l'ho trovata molto lenta e noiosa. Facevo fatica ad andare avanti!
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24/11/2011 09:50:48
... avevo sentito parlare molto bene di questo libro e de "la casa del sonno" e in effetti è un vero spasso !!!!! complimenti all autore, ovviamente consigliatissimo!!
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21/03/2011 22:14:49
Non lo avevo ancora letto e considerando i giudizi positivi di lettori e critica mi aspettavo il miglior Coe, in effetti è un gran bel romanzo e lo stile inconfondibile dell'autore è chiaro; tuttavia, resto molto legato e considero ancora superiore l'accoppiata "La banda dei brocchi/Circolo chiuso".
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14/03/2011 10:18:35
Ho letto questo romanzo per curiosità dai commenti dei lettori. Coe, autore, per me, sconosciuto, mi ha impressioanto; il libro mi è piaciuto tanto che sono corso a comprare un altro suo libro" La casa del sonno" (altro stupendo libro). La trama è abbastanza piacevole e intrecciata con i vari personaggi che si sfiorano, si toccano e poi si lasciano. Finale a sorpresa per un romanzo che porta una ventata di aria fresca tutta da respirare.
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11/03/2011 15:28:44
molto carino il finale...ma il resto del libro un pò lento..."la casa del sonno" resta per me il suo capolavoro!
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08/01/2011 15:08:27
A me questo romanzo è piaciuto;per essere del tutto obiettivi devo ammettere che in alcuni punti è veramente un pò lento e si fa fatica ad andare avanti (vedi capitoli di Henry e Thomas ad es.), ma tutto è funzionale alla fine della storia...i capitoli che riguardano Michael sono fondamentali e sono anche interessantissimi secondo me, ti immedesimi in questo personaggio e vorresti sapere subito che ruolo abbia veramente nella storia. E il finale???? Bellissimo, pauroso, inimmmaginabile (come tutti i finali di Coe!), un pò esagerato forse nel punto in cui entra in scena la zia Tabitha-pilota. In ogni caso consigliato.
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19/11/2010 10:05:51
Mi associo con chi ha valutato questo libro noioso. Lo comprai per i tanti voti positivi che gli sono stati assegnati, ma sono con i pochi che ritengono il romanzo non all'altezza di essere definito GRANDE. Ho impiegato 2 settimane per finirlo. Che supplizio. Il racconto di tanti sprazzi di vita dei personaggi non ti fa mai entrare nella narrazione, il come la vita dello scrittore si collega alle vicende della famiglia Winshaw è quasi imbarazzante, fiabesco oserei dire. All'inizio la trama mi aveva fatto ben sperare ma più andavo avanti e più mi annoiavo, sia ben chiaro lo scrittore ha raccontato anche sprazzi di vita vera, una denuncia al mondo dei potenti (politica in primo piano) che tutt'oggi rovina il pianeta, e questo l'ho apprezzato, ma troppo poco per assegnargli più di 2/5.
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06/11/2010 19:57:35
Un romanzo che racchiude in sè i generi più disparati: è saga familiare, è diario personale, è thriller e impegno politico. Coe da vita ad uno scrittore squattrinato in crisi personale e "artistica", cui viene dato l'incarico di scrivere la storia della potentissima famiglia Winshaw, i cui membri muovono le fila dei più importanti settori economici e politici d'Inghilterra. Ciò che emerge è il ritratto di un Paese in mano ai truffatori e agli oppotunisti, e di una società in cui i valori morali sono diventati qualcosa di sconosciuto ai più. La bravura di Coe, in tutto questo, è il saper orchestrare in maniera eccellente tutti i suoi protagonisti e le varie situazioni, riuscendo a tenere alto il tono narrativo nonostante la mescolanza dei generi trattati. Chi sostiene che questo libro sia il suo capolavoro, secondo me non sbaglia affatto.
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09/10/2010 11:44:54
Sono appena all'inizio del libro ma devo dire che già mi appassiona e incuriosice alquanto. Degno di un vero Coe.
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31/08/2010 09:29:00
Io l'ho trovato esagerato. Di tutta una famiglia possibile che non se ne salvi uno in quanto a bontà d'animo, solo perchè sono ricchi sfondati?! Mentre tutti i poveri in canna che girano attorno alla famiglia sono buoni, intelligenti e creativi! Inverosimile! Le uniche pagine meritevoli sono quelle che descrivono la storia d'amore tra lo scrittore e la sua vicina di casa, il resto è propaganda politica che Coe ha voluto far passare per romanzo.
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11/07/2010 11:52:05
Carino, niente di più. Dopo aver letto La banda dei brocchi e Circolo Chiuso mi aspettav molto di più.
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23/05/2010 13:15:46
Non ero sicuro di aver fatto un bell'acquisto; di solito non amo le saghe famigliari. Sbagliavo. Il libro è molto ben tradotto, l'italiano è piacevole. Pieno zeppo di colpi di scena e di personaggi che si incontrano per poi perdersi e ritrovarsi ancora in uno spazio temporale piuttosto ampio. Qualche caduta di ritmo qua e là. Il finale è forse un po' eccessivo, ma allo scrittore va riconosciuto un certo talento. Consiglio di prestare molta attenzione fin dall'inizio alla storia per non smarrirsi nei passaggi tra un'epoca e l'altra. Da leggere.
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17/05/2010 23:03:44
Straordinario,irresistibile, coinvolgente. Coe sorprende ad ogni istante: commuove e fa ridere; fa riflettere e appassiona. Un grande!
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10/05/2010 23:07:42
Uno dei più grandi libri degli ultimi 20 anni. Un ritratto cinico, ironico, dissacrante, spietato degli anni ottanta e del thatcherismo inglese.
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15/03/2010 22:20:28
un testo che non mi sentirei di consigliare:noioso e lento, con descrizioni infinite di personaggi per nulla interessanti. E pensare che la sua "banda dei brocchi"è uno dei miei libri preferiti!!!

recensione di Papuzzi, A., L'Indice 1995, n.11
recensione pubblicata per l'edizione del 1995
Per il "Times" è un libro "che fa rivivere la memoria di Charles Dickens, perché è tutto ciò che un romanzo dovrebbe essere: coraggioso, provocante, divertente, triste, e popolato da un bel gruppo di personaggi". "What a Carve Up!", titolo originale che significa a un dipresso "Che casino!", è il dono d'un romanzo "spassoso, intricato, furibondo, commovente", per il critico di "The Guardian", mentre è una dichiarazione di impegno politico "con una sorta di furia raramente vista sulla nostra sfiancata scena domestica", per il critico di "The Independent". E sul "Daily Telegraph" si poteva leggere che la narrativa di Coe "è come un 'patchwork' di diverse forme, un 'medium' brillantemente seducente, per il suo sobrio messaggio". Ai riconoscimenti della critica - non solo quelli qui citati - si sono aggiunte le cinquemila sterline vinte con il premio "The Mail on Sunday / John Llewellyn Rhys" e contratti di traduzione in almeno dieci paesi (tra cui Francia, Germania, Spagna, Svezia); ma questo giovane scrittore inglese, nato a Birmingham, trentaquattro anni, autore di altri tre romanzi e di due biografie cinematografiche dedicate a Humphrey Bogart e James Stewart, ha conosciuto anche un ragguardevole successo di pubblico, vedendo la sua creatura affermarsi nei primi posti dei 'Top Ten'.
Insomma il romanzo di Coe ha sfondato. Ma in Italia no; tempestivamente edito nei "Canguri" di Feltrinelli, "La famiglia Winshaw" non ha avuto fortuna, n‚ presso la critica n‚ presso il pubblico. Uscito a maggio, fino a settembre ne hanno parlato, consigliandone la lettura, Paolo Bertinetti su "Linea d'Ombra", Silvio Mizzi su "Cuore" e anche Alessandra Casella nella sua rubrica su "Oggi". Per il resto, silenzio. Anche noi dobbiamo recitare il 'mea culpa', perché il romanzo è rimasto dimenticato sul mio tavolo, finché un giorno ho cominciato a leggerlo e non ho più smesso. La cosa singolare è che "La famiglia Winshaw", ricchissimo di citazioni, sia cinematografiche - "What a Carve Up!" è il titolo di un vecchio film - , sia letterarie, è un agghiacciante e insieme esilarante ritratto di una famiglia thatcheriana, di banchieri, industriali, politici, galleristi, giornalisti, faccendieri, che si adatta perfettamente anche a un certo ceto italiano degli anni ottanta, tuttora arrembante, fra televisioni, finanziarie, giornali, partiti e chi più ne ha più ne metta. A prima vista, Coe possiede lo stesso gusto sferzante del paradosso che troviamo in Vonnegut, con la differenza che i paradossi fanno parte della normalità e della quotidianità: ridi, ridi, ma a ben pensarci quella che è in gioco è la nostra pelle. Non a caso la conclusione della storia sarà piuttosto malinconica.
Prima domanda: perché "La famiglia Winshaw" da noi è stato trascurato? Perché la recensione dell'"Economist", pubblicata sul risvolto di copertina - che loda "la straordinaria abilità" nel fondere 'detective story' e horror gotico, farsa e satira - , non ha convinto i recensori e lettori italiani? In effetti "Che casino!" avrebbe incuriosito un po' di più.
