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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2012
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Mostri, spiriti, ombre e possessioni demoniache. Giocando con i generi e con la tradizione letteraria, Michele Mari ci consegna un sorprendente ritratto dell'artista da spettro.
C'è un demone che si aggira fra queste pagine, ed è quello della letteratura. Che sia esso esplicitamente riconoscibile o si nasconda fra le pieghe del quotidiano, è una presenza fantasmatica con cui ciascun personaggio – e dunque ciascuno di noi, nel corpo a corpo incessante che è la lettura – è costretto a fare i conti. Visioni, trasalimenti o semplici incubi. Setacciando con furia catalogatrice le latitudini spaziali e temporali piú disparate, Michele Mari dà forma a un progetto in cui il destino di ogni creatura coincide con quello del suo creatore.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Michele Mari è uno dei pochi autori contemporanei italiani di altissimo livello, un fuoriclasse. Colto, arguto, profondo conoscitore della natura umana. Non bisogna farsi spaventare dal suo uso della lingua, o peggio fermarsi in superficie e giudicare unicamente lo stile (che può non piacere): i contenuti svelano sempre acutamente e ironicamente parti di mondo, di realtà, di umanità. È una bellezza da godere appieno, ogni suo libro. Perle rare nel mare di spazzatura commerciale odierno.
La prima raccolta di racconti di Mari che leggo. Mi ha colpito la grande erudizione dell'autore, evidente dai molteplici riferimenti agli scrittori di generi ed epoche più disparati (si passa ad esempio dai Fratelli Grimm a Cecco Angiolieri, per dare un'idea). I racconti che mi hanno colpito maggiormente sono stati. Il patrimonio del popolo tedesco, favola nera degna erede del patrimonio lasciatoci dai Grimm; Piccolo Mondo Antico che fonde il bucolico romanzo di Fogazzaro (che comunque scrisse quel capolavoro del gotico che è Malombra) con la Terra di Mezzo di Tolkien; Cecco mette a punto il suo furore, nel quale Mari mi ha stupito per l'abilità dimostrata nell'inventare sonetti trecenteschi affini allo stile dell' Angiolieri (e questo già soltanto potrebbe bastare per dimostrare le sue grandi doti di narratore!); Mamapraciam, un commovente omaggio al grande Salgari, quasi all'altezza di Sweet Salgari; Villa Diodati, un divertito omaggio alla notte che vide nascere il romanzo moderno dell'orrore e Fantasmogonia , che dà il titolo alla raccolta, una sorta di manuale ad uso del lettore- aspirante scrittore per scrivere un libro dell'orrore ideale. I restanti racconti alcuni sono comunque apprezzabili, altri decisamente meno riusciti ma nel complesso è un'ottima raccolta di racconti, scritta in un italiano differente di volta in volta, ma sempre superbo ed impeccabile.
Racconti a tema "fantasmi" senza essere troppo horror. Un libro che mi ha affascinata e coinvolta, pur essendo sotto forma di racconti slegati tra loro. Lo consiglio.
Recensioni
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