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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2008
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Molti sanno che Littoria (pardon, Latina) è stata fondata da Mussolini, durante la bonifica dell'Agro Pontino. Magari, pensandoci un po' su, qualcuno si ricorda anche di altre città: Sabaudia, Aprilia, Carbonia. Ma nessuno probabilmente immagina che ci siano quasi 150 "città del Duce", che a quanto pare amava porre la prima pietra su e giù per la penisola. In questo libro, che nacque come rubrica su Limes ed ebbe una prima edizione nel 2003, Antonio Pennacchi parla di alcune di queste città. Premessa: si parla di architettura, ma non è un manuale di architettura. Pennacchi, nato a Latina, sente chiaramente proprio il tema. Aggiungete che scrive molto bene, con uno stile personale, e capirete che il libro non lo si legge come un saggio ma quasi come un romanzo storico... ehm, architettonico. D'altra parte le sue idee architetturali molte volte sembrano nascere dall'essere contro la storiografia ufficiale, e secondo me Pennacchi stesso non sempre crede a quello che dice ma lo dice lo stesso perché l'idea, anche se sbagliata, è carina. Il giudizio sulle opere del fascismo è molto disarticolato, soprattutto nella parte sociale (che fosse una dittatura è dato per scontato). Non è che si possa dare un valore positivo al fascismo solo perché hanno fatto queste città, ma non si può nemmeno negare la loro esistenza, no?
Bravissimo Penacchi, gran libro, da adottare alle scuole superori e all'università e consigliato alle menti libere, ai cani sciolti, agli intelligenti di ogni latitudine, specialmente a quelli che hanno paura di dimostrarlo. Gran bella scrittura, molte idee, analisi documentata, ironia a chili, sagacia e tanta intelligenza, di cui abbiamo sempre più bisogno. Un viaggio in un'Italia d'antan che pochi (quasi nessuno) davvero conosce, un viaggio anche nella mente alla ricerca di parole e pensieri alternativi al bla bla quotidiano di politici e accademici e scrittori e intellettuali e tromboni d'ogni risma. Pennacchi è bravissimo a smarcarsi dalla melassa del sentito dire, del deja vu, del chiacchiericcio. E' uno che si è sporcato le mani in anni di fabbrica e in anni ora di ricerca. Ragazzi leggete questo libro aspettando il tram, seduti sulle panchine accanto alla ragazza, in treno tra un ritardo e l'altro, andando allo stadio, a tavola prima che mamma vi scodelli la cena (ma poi i piatti lavateli voi). Ragazzi sfogliatelo la sera al posto della De Filippi, vi entrerà dentro un sacco di allegria e di belle cose, come un tir di energia, parole, immagini, scrittura, fotografie che mai nessuno ha pensato di farvi vedere con occhi disincantati. Che altro dire? al posto della pizza, stasera, entrate in libreria e comprate questo libro. Pennacchi: bravo!
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