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Il fascismo e gli ebrei. Il razzismo antisemita nell'ideologia e nella politica del regime
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Il fascismo e gli ebrei. Il razzismo antisemita nell'ideologia e nella politica del regime - Angelo Ventura - copertina
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fascismo e gli ebrei. Il razzismo antisemita nell'ideologia e nella politica del regime

Descrizione


Una vera comprensione dell'Italia repubblicana si può avere solo se si parte da uno studio approfondito del fascismo, e in particolare del ruolo delle élites intellettuali e del grave e delicato nodo del razzismo italiano e della persecuzione antiebraica. Da questa radicata consapevolezza storiografica - e prima ancora etico-civile - prende le mosse Angelo Ventura nei contributi sul fascismo, l'ideologia antisemita e la persecuzione contro gli ebrei che vengono proposti e organizzati in volume. Storico tra i più valenti e rigorosi della sua generazione, Ventura affronta qui una delle questioni più spinose del nostro Novecento: capire se l'ideologia razzista sia stata il frutto di qualche bellicosa intemperanza dell'ala più intransigente del fascismo militante, o se invece non sia penetrata nei gangli più profondi della cultura nazionale, insediandosi fin nel cuore delle più sofisticate "cittadelle" intellettuali e delle più prestigiose università. In questi saggi, Angelo Ventura disegna un profilo profondamente innovativo dell'antisemitismo italiano e offre al contempo il giudizio più equilibrato e completo sull'opera di un altro grande storico del fascismo, Renzo De Felice.
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Dettagli

2013
30 novembre 2013
180 p.
9788868430191

Voce della critica

  Il libro raccoglie alcuni saggi dedicati al rapporto tra fascismo e questione ebraica, scritti tra il 2001 e il 2004 da Angelo Ventura, professore emerito dell'Università di Padova. Il punto di partenza delle sue riflessioni è rappresentato dal ruolo centrale che progressivamente l'antisemitismo assunse all'interno del fascismo. La componente razzista fu connaturata alla dottrina fascista fin dai suoi esordi e rappresentò un logico sviluppo della sua ideologia nazionalistica, autoritaria e gerarchica. Nell'analizzare il ruolo delle élite politiche e intellettuali nell'elaborazione dell'ideologia antisemita, Ventura si focalizza sugli studi di Renzo De Felice, in particolare sull'opera del 1961, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo. L'autore sottolinea come sia stato proprio De Felice ad aver dimostrato che la svolta antisemita fu dovuta alla decisione autonoma di Mussolini e che la politica discriminatoria nei confronti degli ebrei fu concepita e attuata per volontà e sotto le direttive del dittatore, smentendo l'opinione, largamente diffusa, che l'attribuiva all'avvicinamento a Hitler. Dopo la guerra d'Etiopia, l'antisemitismo divenne uno strumento essenziale per la formazione dell'uomo nuovo fascista. Ventura passa poi ad analizzare la persecuzione razziale presso l'Università di Padova. Caso esemplare di sofferenza e disperazione fu quello di Tullio Terni, professore di anatomia, istologia e embriologia, colpito nel 1938 dalle leggi razziali. Membro dell'Accademia dei Lincei, fu radiato nel 1946 in quanto sostenitore del regime fascista. La tragedia, che lo colpì per due volte nel giro di pochi anni, lo fece cadere in uno stato di depressione che lo spinse a mettere fine alla propria vita.   Elena Fallo

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