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Anno edizione: 2023
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Testi ci accompagna in un'analisi dei significati dietro i monumenti e dei processi marmorei e bronzei autorappresentativi negli Stati Uniti.
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L'autore ricorda che all'inizio della storia degli USA c'era stato l'episodio della distruzione di una statua, quella del re Giorgio III, abbattuta dai patrioti americani nel 1776. In anni recenti alcune statue sono state spostate da piazze a musei. John Quincy Adams nel 1831 disse: “La democrazia non ha monumenti. La sua stessa essenza è iconoclasta". Statue di generali sudisti e simboli confederati furono costruite prevalentemente nei primi decenni del '900 quando era stata completata la segregazione razziale negli stati di quella che era stata la Confederazione, dopo e durante l'emanazione delle leggi Jim Crow. Lo storico Testi nel saggio nota che «i monumenti che ci sono consegnati dal passato non sono “né innocenti né neutrali”, sono oggetti controversi anche quando sono concepiti e non solo se e quando, in tempi successivi, vengono analizzati da critici culturali o contestati da attivisti politici». «performance presentiste, fanno finta di riguardare il passato ma parlano sempre del presente: il presente di quando entrano in scena e il presente di ogni volta in cui agganciano l’attenzione di qualcuno. Fanno finta di commemorare ma celebrano, e celebrando interpretano, evidenziano alcune cose, dando loro autorevolezza, e ne celano altre». Quindi non ha senso descrivere coloro che auspicano la rimozione di alcune di queste statue, di solito presentati come esempi di una cosiddetta cancel culture, come animati dalla «volontà di voler riscrivere o cancellare la storia», quando «i monumenti stessi sono riscrittura della storia e sua cancellazione selettiva». Ogni movimento ha avuto le sue statue e ci sono stati dibattiti su come sono stati rappresentati vari soggetti. Negli USA ci sono decine di migliaia di statue e non più dello 0,6% è stato rimosso.
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