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Il libro è una sintesi, breve, dei ricordi della prigionia nel campo di sterminio di Auschwitz di Fatina Sed, ebrea romana, che volle fissarli su carta per evitare che questa memoria andasse perduta. Dall'esperienza concentrazionaria Fatina non si riprese mai, ne portò sia sul corpo che, soprattutto, nella mente i segni. Lo scritto è estremamente interessante. Avevo letto in precedenza il libro di suo fratello Alberto ("Sono stato un numero") e ho notato una circostanza particolare: due dei momenti più significativi e drammatici raccontati da entrambi sono riportati in modo diverso. Il primo è quello della cattura, laddove una giovanissima parente dei Sed - una bambina, figlia di una loro cugina - viene sottratta, nel racconto di Alberto, alla cattura per una azione coraggiosa della portinaia che, essendo presente, chiede alla madre dei fratelli Sed di "restituirle" - fingendo di averla affidata loro in precedenza - la bambina che in realtà non è sua ma appunto di una cugina dei Sed, fortunatamente non presente in quel momento. Alberto riporta che sua madre comprende al volo lo stratagemma e consegna la bambina alla portinaia. Fatina riporta l'episodio, ma non raccontato nulla sul ruolo della portinaia, attribuendo invece solo alla madre l'azione che di fatto portò al salvataggio della bambina. In realtà credo che la versione corretta sia quella di Alberto perché quella di Fatina, nel suo stesso racconto, risulta incoerente. L'altro episodio è invece legato alla morte, in campo di concentramento, della sorella più grande di Fatina, Angelica. Nel libro di Alberto - scritto da Roberto Riccardi - si racconta che Angelica è morta sbranata da un cane, in presenza di Fatina. Fatina invece racconta di aver saputo che sua sorella era stata morsa da un cane e ricoverata in ospedale dove era stata ritrovata da Fatina e, dopo alcuni giorni, era morta per le condizioni disastrose nelle quali si trovava. In questo caso il ricordo corretto è sicuramente di Fatina.
Molto molto bello. Fatto leggere ad una ragazza di 17 anni è molto utile
avendo letto il libro del fratello che risulta molto piu' dettagliato nel raccontare l'orrore devo dire che questo libro e' scritto quasi a livello elementare e senza emotivita'. rimane comunque una testimonianza importante che non va dimenticata.
Recensioni
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