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Jaroslav Pelikan è stato a lungo docente di Storia del cristianesimo alla Yale University ed è autore di un’importante opera sullo sviluppo della dottrina cristiana nella storia in cinque volumi intitolata Teh Christian Tradition. In Italia ha inoltre pubblicato Gesù nella storia (Roma-Bari 1987) e Mari nei secoli (Roma 1999). L’opera di Pelikan prende lo spunto da uno sfogo di Faust che apre l’opera di Goethe: “Filosofia ho studiato, diritto e medicina, e, purtroppo, teologia, da capo a fondo, con tutte le mie forze”. Pelikan afferma che siamo di fronte a “un elenco non tanto di discipline quanto di intere facoltà, tutte le quattro facoltà dell’università tedesca (al tempo di Goethe, almeno, se non a quello di Faust)”. Potrebbe trattarsi dell’ordine tradizionale delle facoltà oppure “di un ironico omaggio alla teologia” che nella ripartizione medievale era la “regina delle scienze”. Ad ogni modo in versioni antiche della leggenda si afferma esplicitamente che Faust “non volle più chiamarsi teologo, diventò un uomo secolare, e si fece chiamare dottore in medicina”. La modernità dell’opera di Goethe è ben illustrata da uno dei primi e più acuti lettori del Faust ovvero da Carl Gustav Carus che nel 1834 scrisse in una lettera: “E nel pensiero non hai spesso paragonato l’opera grandiosa di Dante e questa di Goethe? Solo che nella prima le condizioni più dolorose e più sante dell’anima pasasno davanti allo spettatore (ecco perché il nome di “spettacolo”, Divina Commedia), mentre nel secondo il protagonista passa egli stesso di continuo e senza sosta attraverso tutte le angoscie e le gioie della vita”. Uno degli epigrammi di Goethe illustra bene il pensiero del Faust: “Studiando la natura siamo panteisti, poetando politeisti, eticamente monoteisti”. Si tratta della sintesi di un passaggio di una lettera dello stesso Goethe del 1813: “Per conto mio io non posso, date l
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