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Anno edizione: 2021
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In questo saggio sull'onirocritica, Umberto Curi conduce il lettore in un'esplorazione filosofica e storico-letteraria di due dimensioni oniriche fondamentali. La prima è la sua valenza profetica rispetto a eventi futuri, la seconda è il rapporto che il sogno intrattiene con la verità. Ma c'è anche un modo differente di rivolgersi ai sogni, ossia lasciarli deliberatamente nella loro indeterminazione e ambiguità, riconoscendo in essi non il preannuncio del futuro, ma lo svelamento del passato.
Dal sogno di Penelope raccontato nell'Odissea alla psicoanalisi di Freud, da Derrida fino ai film di Fellini e Nolan, la riflessione sul sogno si è consolidata assumendo il carattere di una vera e propria disciplina. In questo saggio sull'onirocritica, Umberto Curi conduce il lettore in un'esplorazione filosofica e storico-letteraria di due dimensioni oniriche fondamentali. La prima è la sua valenza profetica rispetto a eventi futuri, la seconda è il rapporto che il sogno intrattiene con la verità, nel senso di esserne veicolo oppure deformazione e occultamento. Ma c'è anche – spiega l'autore – un modo differente di rivolgersi ai sogni, ossia lasciarli deliberatamente nella loro indeterminazione e ambiguità, riconoscendo in essi non il preannuncio del futuro, ma lo svelamento del passato. In questo modo, liberi dalle maglie dell'interpretazione, i sogni diventano messaggeri della memoria e riescono a svelare tutta la loro potenza. Pagina dopo pagina si seguono le tracce che conducono fino a Theodor W. Adorno, secondo il quale è necessario sottrarre il sogno alla manipolazione operata dai processi interpretativi, quali essi siano. Stando a questa impostazione – che si riflette anche in alcune brillanti opere cinematografiche – si tratta di risvegliarsi, coltivare la vigilanza, restando attenti al senso. Solo accettando questo peculiare statuto onirico si potrà rendere possibile ciò che pare impossibile: bandire il sogno senza tradirlo.
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"Fedeli al sogno" è senza dubbio un ottimo saggio di introduzione all'onirocritica. In esso l'autore, come dice lo stesso sottotitolo del libro, si propone di condurci in un viaggio che promette di farci ripercorrere le principali tappe della riflessione occidentale riguardante il tema della sostanza onirica. Questo libro deve dunque essere considerato un viaggio, un viaggio il cui argomento principale è il sogno e che conduce "da Omero a Derrida", dal sogno di Penelope descritto nell'Odissea fino alla narrativa di Schnitzler e al cinema di Fellini, dalla filosofia antica fino a quella contemporanea. Nonostante questo saggio sia molto ben scritto e accompagnato da un ricco apparato di note che, oltre ad integrare la lettura, suggeriscono anche altre interessanti titoli riguardanti l'argomento del sogno, un paio di osservazioni sono comunque d'obbligo: 1) nel percorso "da Omero a Derrida" che questo lavoro propone manca a mio avviso una tappa, se non fondamentale, comunque quantomeno molto interessante, ossia quella medievale; come viene recepito il sogno nella cultura medievale? Come si approccia la cultura cristiana medievale alla sostanza onirica dopo che per secoli essa era stata un elemento portante di quella cultura pagana che in epoca tardo-antica era stata messa al bando? Questioni già ampiamente discusse, su cui però sarebbe comunque stato bello sentire cosa aveva da dire un autore molto preparato quale è quello di questo saggio; 2) non sempre nei numerosi capitoli di questo libro (ben 20) il riferimento all'argomento onirico è immediatamente percepibile; in alcuni di essi (la minor parte a dire il vero) la questione del sogno e della sua effettiva natura rischia talvolta di passare in secondo piano o di essere assorbita da quegli stessi argomenti usati per introdurla (come nel caso del capitolo 4 della prima parte o del capitolo 3 della seconda parte) provocando nel lettore un breve momento di smarrimento.
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