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Anno edizione: 2002
Anno edizione: 2014
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Libro deludente, che sembra nascere dalla descrizione minuziosa di un paesaggio desolato. Credo che per chi ami la tradizione analitica questo genere di volumi siano praticamente illeggibili, a meno di non avere molta pazienza, giacché non vi si trova neanche la minima traccia di argomentazioni razionali ed esposizioni chiare. Purtroppo si tratta di uno di quei libri che sembrano scritti interamente nello stile insulso e vago delle "quarte di copertina". Tanto per rimanere nella stessa collana, consiglio "origini della filosofia analitica" di Dummett, che confronta a lungo le teorie del significato di Husserl e di Frege: forse non sarà del tutto corretto nella interpretazione di husserl ma si tratta di un libro fondato sulle idee e molto stimolante. A differenza, purtroppo, di questo volume.
Il libro è splendido; è un peccato che sia pieno di errori di stampa!
Recensioni
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Vincenzo Costa, Elio Franzini e Paolo Spinicci , La fenomenologia >, pp . 335, Î 18, Einaudi, Torino 2002
Questo libro costituisce un prezioso esempio di studio attento e puntuale della tradizione fenomenologica dalle origini sino alle attuali riflessioni all'interno del dibattito filosofico di stampo analitico. La trattazione prende le mosse (nella parte prima) dalle esigenze della psicologia descrittiva di stampo brentaniano, in cui presto si rivela la necessità di una ulteriore distinzione - cui si dedicò appunto il giovane Husserl - tra l'oggetto, il senso dell'oggetto e le forme dell'esperienza, distinzione che consente di approdare alla nozione, centrale anche nelle fasi successive della fenomenologia, di sintesi . La seconda parte del lavoro (la più corposa) è interamente dedicata alla fenomenologia di Husserl. Partendo dalle Ricerche logiche , in cui centrali sono i concetti di significato e intenzionalità, si passa alle Idee : l'approfondimento del concetto di epoché (esplicitato in tutte le sue forme e sfumature) guida la delineazione del metodo fenomenologico che approda ad una forma di idealismo trascendentale imperniato sul concetto cardine dell' io puro (diverso dal cogito cartesiano e dall' io penso kantiano). Viene quindi presentata la teoria dell'esperienza e il suo differente costituirsi nell'ambito della fenomenologia statica e della fenomenologia genetica. La presentazione della teoria dell'intersoggettività e del mondo della vita - centrata sulla distinzione tra Körper e Leib - precede l'introduzione dei temi di etica e storia, in seno ai quali viene trattato il sorgere del concetto (centralissimo nell'ultima fase della fenomenologia di Husserl) di crisi delle scienze europee: l'idea stessa di crisi conduce Husserl all'individuazione di una dimensione teleologica della cultura europea che sarà compito della stessa fenomenologia trascendentale comprendere e portare a compimento. In conclusione della seconda parte vengono inoltre affrontate le difficili questioni abbozzate da Husserl nei manoscritti di ricerca, questioni che vanno dalla fenomenologia della non-coscienza alla fenomenologia dell'inconscio. La terza e ultima parte esamina le vie percorse nel pensiero contemporaneo dalla riflessione husserliana, dalla riformulazione di Heidegger alle molteplici forme della fenomenologia francese (Lévinas, Sartre, Merleau-Ponty e Derrida). L'ultimo capitolo propone infine un interessante confronto tra fenomenologia e filosofia analitica, individuando temi comuni e analizzando i motivi alla base della diversità delle risposte.
Carola Barbero
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