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Il feudalesimo in Italia -  Giuseppe Albertoni, Luigi Provero - copertina
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Il feudalesimo in Italia -  Giuseppe Albertoni, Luigi Provero - copertina
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Descrizione


I legami personali, da uomo a uomo, sono una delle strutture portanti della società medievale. Tra di essi, assumono un'importanza del tutto speciale i rapporti vassallatici e feudali, vero tessuto connettivo dell'aristocrazia militare. Questo volume ripercorre la storia medievale sotto questo specifico punto di vista, mostrando come il feudalesimo possa essere una chiave per leggere i funzionamenti della società e del potere tra l'VIII e il XIV secolo.
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Dettagli

2003
4 luglio 2003
144 p.
9788843026777
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Indice

Introduzione1. Breve storia di un concetto/La nascita del concetto di feudalesimo/Il feudalesimo dell'età dell'assolutismo/Nobili, filosofi e rivoluzionari/Il feudalesimo come prototipo dei regimi oppressivi/ Tra diritto e riscoperta delle radici nazionali/Il feudalesimo del Novecento/Feudalesimo, feudalesimi2. Vassalli nell'Italia carolingia/La conquista franca del regno longobardo/La diffusione del vassallaggio/Tassilone III e i primi rituali vassallatici/I vassalli nel 774/Gasindi e vassalli/L'occupazione franca/Vassalli all'opera/Verso nuovi poteri3. Vassalli e re nel X secolo/Un "mondo" in guerra/Quattro famiglie in lotta per un regno/ Vassalli, milites e signori/I vassalli del re nella prima metà del X secolo/Berengario II, un re vassallo di un altro re/Vassalli e re in età ottoniana4. Conti, vescovi e vassalli tra X e XI secolo/Il superamento dell'equilibrio carolingio/Vassalli tra città e contado/Capitanei e valvassori/I Normanni nell'Italia del Sud/Pensare il vassallaggio5. Le clientele dei signori (secoli XI-XIII)/I poteri locali/Contadini, notabili, clienti/Il signore e i suoi cavalieri/Signore e vassallo/Verso una ricomposizione6. Il feudalesimo comunale (secoli XII-XIII)/Città e territori/Pratiche feudali/La mediazione dei giuristi/Vietare il vassallaggio7. Re e principi nel basso medioevo (secoli XII-XIV)/Federico Barbarossa e l'Italia/Il regno del Sud dai Normanni agli Aragonesi/Territori senza città: i principati del XII e XIII secolo/Stati regionali e giurisdizioni separate- Conclusioni. Verso un nuovo feudalesimo/Bibliografia.

Voce della critica

Giuseppe Albertoni e Luigi Provero , Il feudalesimo in Italia , pp. 144, Ç 8,50, Carocci, Roma 2003

I due autori mettono a frutto l'esperienza di due libri precedenti scritti per il medesimo editore (Albertoni, L'Italia carolingia; Provero, L'Italia dei poteri locali) concentrando la loro attenzione sul tema feudale, integrando con informazioni specifiche e, al tempo stesso, adottando un linguaggio semplice. È molto utile la Breve storia di un concetto (cap. I) che segue la fortuna - eccessiva, come si sa - dell'idea di feudalesimo dalla prima età moderna al suo soffocante imporsi fra Otto e Novecento, fino ai suoi drastici ridimensionamenti degli ultimi decenni (per lo più non recepiti, tuttavia, dalla divulgazione). Nelle pagine successive, che seguono una scansione cronologica, si scopre che ciò che risponde alla nostra idea di "medioevo feudale" fu realizzato in parte solo in un'età tarda (Re e principi nel basso medioevo, secoli XII-XIV), mentre in precedenza i legami feudali erano un ingrediente importante ma non tale da fare "sistema". Si deve dunque imparare che non tutti i rapporti vassallatico-beneficiari riconducevano al vertice regio, che i ceti più umili (non militari) non ne erano coinvolti, che occorre tenere distinti i vassalli dai conti dell'apparato carolingio. Nei secoli X-XIII si affiancano un modello di potere (la "signoria rurale" non delegata dall'alto) e il ricorso occasionale e spesso prezioso a vincoli interpersonali di tipo vassallatico come strumenti di raccordo (e non di dispersione) spesso più sociali che politici. In questo senso le clientele di vescovi e di signori - pur nell'intrico delle loro sovrapposizioni - hanno maggiore incidenza rispetto a quelle dei re. Risulta particolarmente originale, per il lettore legato a vecchi schemi, il capitolo sul Feudalesimo comunale. È vero infatti che abbiamo casi di divieto del vassallaggio (Perugia nell'avanzato sec. XIII), ma è abbondante il ricorso alle pratiche feudali proprio da parte di quei comuni che, nella vulgata, si è spesso ritenuto che ne avessero segnato il superamento.

Giuseppe Sergi

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