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Figli di un io minore. Dalla società aperta alla società ottusa
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Figli di un io minore. Dalla società aperta alla società ottusa - Paolo Ercolani - copertina
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Figli di un io minore. Dalla società aperta alla società ottusa

Descrizione


In un pamphlet provocatorio e brillante, Ercolani racconta splendori e miserie di un fondamento della società moderna, forse sopravvalutato: il pensiero critico.

«Il dramma della nostra epoca è che la stupidità si è messa a pensare»
«Questo non sarebbe niente se l’intelligenza non si fosse messa a rimbecillire»
- Jean Cocteau - Robert Poulet

Che fine ha fatto la società aperta descritta da Karl Popper? Dove nasce «la gaia incoscienza» dei milioni di utenti che ogni giorno adoperano le tecnologie illudendosi che siano meri strumenti al servizio della loro volontà? Come siamo passati dall'intelligenza collettiva dell'opinione pubblica settecentesca al «delirio connettivo» di oggi? Quali danni permanenti ha prodotto il prevalere del pensiero debole? E, infine, la resistenza può arrivare dall'informazione e dalla scuola, come sono pensate e strutturate attualmente? Paolo Ercolani realizza un'agile, e allo stesso tempo impietosa anatomia filosofica della vita quotidiana: protagonisti siamo tutti noi, «figli di un io minore», informati su ogni cosa e in grado di parlare di qualsiasi argomento, senza però conoscere realmente nulla. È l'epoca della «società ottusa», dove non ci sono più punti di vista, non c'è prospettiva, ma solamente un pensiero unico. Neppure il dissenso è più possibile, perché non sappiamo da cosa dissentire e, soprattutto, come farlo. Nel frattempo ci chiudiamo sempre più in noi stessi, pronti a serrare i ranghi per respingere qualunque richiesta di aiuto, insensibili perfino davanti ai corpi di bambini inermi morti nel tentativo di raggiungere le nostre coste. Alla ricerca di nuovi scenari e soluzioni, Ercolani, parafrasando Popper, pone un interrogativo ineludibile: quale prezzo dobbiamo pagare per tornare a essere umani?
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Dettagli

2019
7 marzo 2019
333 p., Brossura
9788831787116

Valutazioni e recensioni

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Fiorella Palomba
Recensioni: 4/5

Due i miei punti di vista: una nel merito e l’altra relativa alla struttura e all’impaginazione. Quattro gli attributi per il saggio: interessante, provocatorio, rabbioso e prolisso. - Interessante l’argomentazione sulla società “misologa”. Ercolani chiama in causa famiglia, scuola e media e pone giustamente la scuola al centro. - Provocatorio (in senso buono): la sfida per una “patente civica” che limiti il suffragio universale è una questione molto delicata su cui riflettere e non archiviare frettolosamente. - Rabbiosa la riflessione sulle tecnologie e la rete. Facebook è un agone di chiacchiere e insulti, d’altronde Umberto Eco ci aveva avvertiti che gli imbecilli avevano traslocato dall’osteria alle reti sociali, ma è anche un interessante osservatorio sociologico. La rete, però, per i non imbecilli è una risorsa. - prolisso: in taluni punti si ripete molto, è vero che repetita iuvant, ma se repetita è troppo annoia. - il “vestito”, che non è ininfluente nella comunicazione scritta, mi pare un punto dolente. Di questo “vestito” ho una lunga esperienza che deriva da PassaParola, il giornale telematico realizzato in una scuola elementare di Roma. La Apple e i giornalisti de Il Messaggero mi insegnarono a impaginare con PageMaker e gli studenti appreso da me questo complesso programma desktop publishing. Mi permetto di osservare che, mentre la copertina - sia la prima che la quarta giocate sul rosso e nero dei caratteri - mi pare interessante, il punto dolente è nella lunghezza dei sette capitoli. Questi si snodano in paragrafi e sotto paragrafi che non hanno una impaginazione univoca. A Pagina 37 e 71 il titolo del paragrafo è in cima alla pagina, nei precedenti il titolo è a metà: questo non crea chiarezza. - L’indice è stringato, senza la declinazione in paragrafi. Immagino intenzionale, però una struttura più articolata aiuterebbe il lettore: avere un quadro dettagliato di un saggio complesso significa padroneggiare la materia nel suo dipanarsi.

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Jojo
Recensioni: 4/5

Fa riflettere profondamente sulla situazione attuale

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Ivano
Recensioni: 5/5

Splendido saggio passato ingiustamente in sordina. Offre un'analisi lucida e spietata su temi di agghiacciante attualità, tramite un occhio critico mai fazioso e un linguaggio chiaro e comprensibile nonostante l'importanza e l'immensità delle tematiche trattate. Ottima anche la sezione di note e la bibliografia, entrambe utilissime. Uno di quei rari lavori che incentivano lo sviluppo di un pensiero critico, e che chiunque farebbe bene a leggere. Promosso a pieni voti

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Conosci l'autore

Paolo Ercolani

1972, Roma

Filosofo, insegna all’Università Carlo Bo di Urbino. Scrive per varie testate tra cui «la Lettura» del «Corriere della Sera», «il manifesto» e «Micromega». Cura il blog «L’urto del pensiero» e collabora con Rai Educational Filosofia.Ha pubblicato vari volumi, tra cui, per Marsilio, Contro le donne.Storia e critica del più antico pregiudizio (2016).

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