Nome d'arte di P. Maurin, attore francese. Impara il mestiere nei teatri e nei cabaret parigini degli anni '60. La prima apparizione da protagonista sul grande schermo in I santissimi (1973) di B. Blier lo consacra già divo al fianco dell'allora altrettanto emergente G. Depardieu. Il film, grande successo in Francia, tratteggia con ironico disincanto le grame giornate di una coppia di balordi di periferia votati all'autodistruzione. Proprio nei panni di uno dei due, l'irruente Pierrot, trova la chiave espressiva di un carattere inquieto e istintivo che saprà trasferire con sfumature sempre appropriate nei ruoli successivi. Lavora in Marcia trionfale (1976) di M. Bellocchio, Preparate i fazzoletti (1977) ancora di B. Blier, Il giudice d'assalto (1976) di Y. Boisset e La stanza del vescovo (1977) di D. Risi, tratto da P. Chiara, in cui regge con padronanza e misura il non facile confronto con l'esuberante partner U. Tognazzi. Fra le sue ultime apparizioni, prima di un inspiegabile suicidio, spicca la sordida figura del venditore porta a porta parigino coinvolto in una angosciosa spirale di malvagità in Il fascino del delitto (1979) di A. Corneau.