Nome d'arte di V. Mary Hartley, attrice inglese. Nata in India, arriva in Inghilterra all'età di sei anni, dopo la fine della prima guerra mondiale. Iscritta a una scuola religiosa, viene portata a teatro dalla madre e, conquistata dalla recitazione, comincia a partecipare a qualche spettacolo. Si sposa nel 1932 ma la vita matrimoniale non le basta e si concentra sull'attività teatrale, debuttando sul grande schermo nel 1934 in Things Are Looking Up (Le cose stanno migliorando) di A. de Courville. Sul set di Elisabetta d'Inghilterra (1937) di W.K. Howard si innamora di L. Olivier e nel 1938 lo segue a Hollywood, dove viene presentata al produttore D.O. Selznick, alla ricerca della protagonista di Via col vento (1939) di V. Fleming. Pochi giorni dopo il provino, l'ambitissimo ruolo di Rossella O'Hara prende vita negli occhi verdissimi di L. La sua indimenticabile interpretazione della civettuola, testarda e infine saggia eroina le fa vincere un Oscar e offusca ogni sua prova successiva. In Il grande ammiraglio (1941) di A. Korda, è la seducente amante di Lord Nelson, impersonato da L. Olivier che, nel frattempo, è diventato il suo secondo marito e insieme al quale torna a dedicarsi al teatro. Nel 1951 si imbatte in un altro personaggio fondamentale nella sua carriera: Blanche DuBois in Un tram che si chiama desiderio di E. Kazan. Accanto a M. Brando si rivela intensa e credibile nel mischiare follia e sensualità, vincendo il suo secondo Oscar. Richiestissima sui palcoscenici di tutto il mondo, nonostante le frequenti crisi depressive trova il tempo di girare due melodrammi: Profondo come il mare (1955) di A. Litvak e La primavera romana della signora Stone (1961) di J. Quintero, nel quale è un'attrice che perde la testa per un giovane gigolò (W. Beatty). Una disillusa signora di mezza età a bordo di La nave dei folli (1965) di S. Kramer è il suo ultimo ruolo cinematografico. Quando, due anni dopo, muore di tubercolosi, tutti i teatri londinesi spengono le luci in segno di lutto.