"Propr. William Taylor G., regista statunitense. Occasionale stuntman, nel 1920 è sceneggiatore per H. Roach e M. Sennett; esordisce nella regia nel '28, sotto il marchio Pathé (Celebrity, Celebrità). E esprime al meglio vigore narrativo e freschezza dell'azione in esotiche ambientazioni marinaresche, prima mescolando il mélo alla commedia (Amanti senza domani, 1932) e all'avventura (Sui mari della Cina, 1935, con J. Harlow, C. Gable, W. Beery), poi puntando su ritmi più rapidi (Il mercante di schiavi, 1937, sceneggiato da W. Faulkner) con scazzottate da antologia (La taverna dei sette peccati, 1940, con M. Dietrich e J. Wayne). La sua professionalità e duttilità si esprimono anche nella commedia brillante (L'amore è novità, 1937) in cui satireggia sulla stessa Hollywood (E ora... sposiamoci, 1937). Meno incisivo (La croce di Lorena, 1943) ma sempre sicuro professionista (Bataan, 1943) nel genere bellico di propaganda. In seguito mostra un certo appiattimento (La signora Parkington, 1944), tranne che in Il postino suona sempre due volte (1946), terza versione del romanzo di J. Cain, mélo sublimato in claustrofobiche atmosfere noir con una L. Turner torbidamente sensuale, e in Un americano alla corte di re Artù (1949), frizzante di humour yankee. Gli anni '50 lo vedono impegnato con la televisione (Gunsmoke, 1955; Carovane verso il West, 1957; Bonanza, Laramie, 1959), prima degli ultimi fuochi cinematografici in I cospiratori, 1960)."