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Frediano Sessi, storico votato alla divulgazione, che ha dedicato la vita a indagare gli orrori del nazifascismo, in questo libro affronta quelli commessi dalle truppe titoiste, visti dalla parte delle vittime.
«Per una breve fase in Istria sono i partigiani jugoslavi a tenere il campo, e si ha allora la prima esplosione di violenze anti-italiane. Si svolge in quei giorni il dramma che Sessi ricostruisce con sensibilità e participazione» – Guido Crainz
Nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943 Norma Cossetto venne gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani, in località Antignana. Aveva ventitré anni ed era iscritta al quarto anno del corso di laurea in lettere e filosofia presso l'università di Padova. I suoi assassini, partigiani di Tito, che dopo il crollo del regime fascista tentano di prendere il potere in Istria per annetterla alla Jugoslavia, non hanno alcuna pietà della sua giovinezza e innocenza e, prima di ucciderla, la oltraggiano brutalmente. Frediano Sessi, storico votato alla divulgazione, che ha dedicato la vita a indagare gli orrori del nazifascismo, affronta in questo libro quelli commessi dalle truppe titoiste, visti dalla parte delle vittime. L'assassinio di Norma e di tutti quegli uomini e quelle donne che furono infoibati o che morirono per le torture subite, nei campi di deportazione, annegati in mare è un tassello importante della sua decennale ricerca.
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Il libro dello storico Frediano Sessi cerca di portare alla luce un fatto piuttosto noto, ma, molte volte, taciuto per opportunismo politico: la vita e la truce morte di Norma Cossetto, studentessa italiana istriana, che, per la sola colpa di essere italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, venne infoibata dai comunisti croati titini. La missione che Sessi si è prefigurato risulta alquanto ostica, poiché, in merito a questa vicenda, le fonti storiche sono poche e lacunose, motivo per il quale l'autore si è avvalso, in alcuni punti dell'opera, di ricostruzioni romanzate e dei racconti di due persone umanamente molto vicine alla Cossetto, Andreina Festi Bresciani, la migliore amica, e Licia, la sorella minore. A chi accusa questo libro di strizzare l'occhio ai reviduinisti fascisti, dico che non ha letto il libro o non lo ha analizzato in profondità: la postfazione - a mio avviso la parte più interessante del libro - spiega molto bene il contesto storico dell'Istria nel periodo tra le due guerre che serve a capire il livore delle comunità slave di Istria e Dalmazia verso gli italiani (tanto per essere specifici, Sessi spiega che, all'inizio dell'invasione dei nazisti di queste aree di confine, furono i fascisti i primi ad infoibare i resistenti slavi).
Lo storico ricostruisce gli ultimi giorni di vita di Norma addentrandosi nel complesso intrico di violenze che si sono svolte in Istria nella prima metà del '900, frutto della vendetta intesa come sostituto della giustizia. La postfazione inquadra la vicenda nella storia di quella terra contesa.
Faccio presente ai meno informati che Frediano Sessi è, tra le altre cose, membro della Fondazione Auschwitz di Bruxelles. Ha scritto vari libri sull'argomento e curato l'edizione Einaudi del Diario di Anne Frank. Si è occupato della figura di Primo Levi ed ha collaborato, sempre per Einaudi, al Dizionario della Resistenza. Questo libro è solo il tentativo di raccontare, sulla base delle poche fonti disponibili, l'ennesima vicenda orribile di un orribile periodo storico, nel quale una vita umana valeva più o meno quanto quella di un fiorellino di campo. Solo una mente devastata dal pregiudizio può vedere in queste pagine "un tentativo di rabilitare il regime fascista". Buona lettura.
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