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Anno edizione: 2019
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Magistrale reinterpretazione del Re Lear, La follia di Dunbar è una splendida conferma del talento dell'autore dei Melrose nel descrivere con ironia e grazia i nuovi demoni della nostra epoca.
«L'accostamento di St Aubyn con Lear sembra predestinato – chi, meglio dell'autore dei romanzi su Patrick Melrose, può fare i conti con un'opera teatrale intrisa di una indicibile crudeltà dell'uomo verso i propri simili? Non c'è un altro romanziere capace di combinare come lui il dono dell'ironia con una profonda comprensione della desolazione dell'esistenza» – The Atlantic
«St Aubyn non esita a infilzare con la propria penna i ricchi e i dissoluti» – The Los Angeles Times
«Un brillante riadattamento del "Re Lear" di William Shakespeare» – Kirkus
«Mi hanno rubato il mio impero». Henry Dunbar, magnate canadese dei media, ha commesso un errore imperdonabile per un uomo ricco e potente come lui: voler conservare i privilegi del potere senza avere il potere. Destinando il Trust alle sue due figlie legittime, Megan e Abigail, pensava semplicemente di privarsi del fardello di gestirlo quotidianamente e di fare, perciò, del mondo il suo parco giochi ideale, il suo hospice privato, mantenendo l'aereo, l'entourage, le proprietà e le sue ricchezze. Si ritrova invece, ora, tra le mura di un ospizio vero, una di quelle case di cura per ricchi dal mortuario conforto, imbottito di farmaci che dovrebbero lenirne il «crollo psicotico» diagnosticato dal suo medico personale, corrotto a tal punto dalle sue malefiche figlie da essere divenuto «il loro ginecologo fin troppo personale, il loro pappone». In compagnia di Peter Walker, un celebre e bizzarro comico alcolizzato che, a suo dire, soffre di depressione, la malattia dei comici o «la finzione della tragica malattia dei comici», Dunbar maledice quotidianamente le sue figlie legittime, «avvoltoi» che gli fanno a brandelli il cuore e le viscere, «cagne viscide e traditrici », e non fa altro che pensare a quella che Peter chiama la Grande Evasione. Una fuga per riavere tutto, riacquistare il potere, punire le figlie cattive a lasciare tutto il suo impero a Florence, la figlia illegittima, che ha ereditato il fascino e la bellezza della madre, oltre alla sua disarmante simpatia. Magistrale reinterpretazione del Re Lear, la tragedia piú nera di Shakespeare, La follia di Dunbar è un'avvincente versione contemporanea dell'«apologo della negligenza paterna e della crudeltà filiale» (Financial Times) oltre a costituire una splendida conferma del talento dell'autore dei Melrose nel descrivere con ironia e grazia i nuovi demoni della nostra epoca.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Riadattamento e trasposizione de Re Lear di Shakespeare ai nostri giorni, ma qui c'è di più. Un libro bello e avvincente, meglio di un thriller( anchie se si conosce il Re Lear) scritto molto bene (sembra Phillip Roth!), pieno di trovate intelligenti, in alcuni tratti quasi ironico. Vieni catapultato nel mondo dei ricchi e potenti anche se le prime 3 pagine ti lasciano perplesso,, ma poi capisci perché, sei già sulla scena, sei dentro il libro. Tradotto bene. Stupendo, meglio di un film.
Trama indubbiamente avvincente, ma forse meglio adattabile ad un'opera teatrale che ad un romanzo. Non è certo colpa dell'autore, ma ammetto che possano essere sfuggiti alcuni passaggi e altre delicate sfumature a chi, come me, non ha un'innata né coltivata passione per il teatro. Ho molto apprezzato la sottile ironia con cui viene descritta la crudeltà dell'essere umano nei confronti dei propri simili, ma anche la velata comprensione di un'esistenza all'insegna del lusso e della sregolatezza. Indiscussa la capacità narrativa dell'autore che, oltre a vantare romanzi di grande spessore, ha saputo rendere comunque piacevole la lettura del romanzo. Mi dispiace di non averlo saputo apprezzare come forse meriterebbe!
Romanzo grottesco con personaggi sopra le righe,che non riescono a coinvolgere il lettore,perché troppo caricaturali.
Recensioni
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