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L'importanza di questo libro sta nel fatto che ci dona la tanto citata, e quasi mai ascoltata, “parola trans*”. Il problema più grosso, in quei paesi come il nostro in cui mancano i diritti per le persone trans* è che a parlare e decidere di noi sono le persone cis-gender. Camilla è una di noi non solo perchè vive da anni, come madre e donna, il calvario creato dalla Disforia Sociale, che è la paura che la società ha di noi, ma perchè è una attivista trans*! Sì, siamo un paese transfobico, altrimenti avremmo una legge sui diritti trans* avanzata, e non una sanatoria, perchè questa è sempre stata la 164/82, che riguarda solo le persone transessuali, perchè nel 1982 c'erano solo donne transessuali in Italia, e quelle giustamente andavano salvaguardate. Siamo un paese transfobico perchè da anni siamo il primo paese in Europa per transcidi. Camilla in questo libro ci dà la parola, e finalmente “la presa di parola trans*” è quella eterogenea, per identità, età, e cultura, che caratterizza lo straordinario mondo delle identità non conformi, comprese quelle transessuali, che sono una di queste identità. Finalmente “la presa di parola trans*” non è lasciata alle solite solite, che ormai non possono aggiungere nulla di più di quello che per anni hanno detto. Ma “la parola trans*” passa anche attraverso le esperienze delle tante le mamme che si fanno carico del benessere d** propr* figl*, invece che cacciarli con violenza.. In questo libro si smaschera il mondo “medico”, che da un punto di vista cis-gender, è quello che decide del destino delle nostre vite. I “medici”, come risulta dalle numerosissime testimonianze, hanno una grossa responsabilità della transfobia presente in questo paese. Un approccio patologizzante, ingiustificato e violento, rende le nostre vite e quelle delle nostre famiglie un inferno. Questo libro è consigliato proprio a tutt*, perchè è uno strumento in grado di fare capire meglio la complessità delle nostre identità
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