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Alternando sapientemente elementi in apparenza discordanti ma propri del dna dell’autore come sonol’ambient più minimale e il noise più astratto e graffiante, Pita crea paesaggi sonori oscuri e dilatati,nebulose di suoni talmente rarefatti da sfiorare il silenzio del cosmo più profondo o montanti, a trattiaddirittura classicheggianti (Mfbk) o sognanti (Line Angel), con cui si viene a creare una bolla sospesain cui il trademark della casa, il glitch, sembra dissolversi o vaporizzarsi. Le surreali astrazioni dellemacchine impazzite di 20150609 I o 9U2016 oppure di quelle che smostrano il carpenter-core di S200729,sono il suono della macchina ribelle, la colonna sonora incupita dell’oggi, la divagazione incontrollabileche squarcia la stasi di cui sopra mandando in clash le due forme elettroniche più vive in questi ultimianni: l’ambient cosmica e oscura e il suono digitale che diremmo “accelerazionista”.