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Appena terminata questa splendida lettura. Personalmente è stato il primo scritto che ho letto di Dostoevskij e ne sono rimasta affascinata. Le decisioni prese da Aleksej mi hanno lasciata di stucco più di una volta (soprattutto nel finale), per amore di Polina sarebbe stato disposto a tutto, nonostante lei non facesse niente per lui se non metterlo in difficoltà. Ho amato particolarmente il personaggio della nonna, donna forte e decisa, che alla fine però per colpa del maledetto giuoco ha perso ogni cosa. Allo stesso modo ho amato Mister Astley, persona intelligente e degna di essere valutata come "gentiluomo". Infine ma non per importanza, ho quasi odiato il personaggio del generale, che non pensava ad altro che al denaro che avrebbe eredidato dalla nonna (poi però perso alla roulette da essa stessa) e al fatto che senza di questo M.lle Blanche non l'avrebbe mai sposato, anch'essa donna furba ed infatti riesce a fregare pure il buon Aleksej. "E adesso ancora una volta mi posi la domanda: l'amo io? E ancora una volta non seppi rispondervi, cioè, per meglio dire, mi risposi nuovamente, per la centesima volta, che la odiavo. Si, mi era odiosa" (Il giocatore, Fedor Dostoevskij)
Ogni volta che incontro Dostoevskij ho la sensazione di entrare in un mondo deformato ,dove le follie degli uomini sono in rilievo e dominano su tutto il resto .Ne"I demoni", mi pareva di aggirarmi in luoghi oscuri, in cantine maleodoranti di umidita' ..nelle stanze di Barbablu'.I segreti svelati, poi, erano lucidi come lame di coltello .Un racconto lento, sussurrato. Ne "Il giocatore" il ritmo e' rapido e si ' e in pieno sole.Si viene afferrati , trascinati, in un vortice di ventoso e ci si chiede subito - Cosa sta accadendo? Dove mi si conduce?- C'e' una bestia immonda seduta tra le pagine del libro: ha la bocca spalancata e risucchia chiunque troppo le si avvicini. E' la bestia del gioco , la piu' alienante delle tossicodipendenze.Il vizio e la sua assurdita' si fanno persona , si palesano in primis nella vieille babulinka,la nonna .Ella ,in punto di morte ,nei capitoli iniziali , giunge inaspettata a Ruletenburg.Uno scherzo.Imprevisto imprevedibile.Antonida Vasilevna Taraseviceva, la babulinka..si trasforma , come per stregoneria, in una "bambina che fa a pezzi le sue bambole" :cette vieille est tombé en enfance!.Si rovina alla roulette.Vince, vince moltissimo e , poi, la bestia immonda , che , sempre , blandisce e lascia intravvedere la facilita' del mezzo per risolvere la propria esistenza, le si rivolta contro.Perde, perde moltissimo e non solo in termini di danaro .Non e' piu' la straordinaria e bizzarra generalessa che mobilita l'attenzione degli ospiti dell'Hotel.E' la vecchia pazza, rimbambita ;preda di polacchini che le sottraggono le vincite , uno strano bestiario che ruota intorno ai giocatori per suggere dalla bocca del Vizio gli avanzi del gioco. Chi gioca non aspira al danaro.Vuole diventare visibile -io domino la bestia, io vinco, io cavalco la tempesta e ne sono ricompensato - . Non c'e' piu distinzione tra russo , francese, inglese, tra meschino ucitel ( maestro)e principe. Ed e ' , quindi , la volta del protagonista. Perde tutto: la sua lucida e cinica intelligenza( cosi' russa )
Uno dei racconti peggiori di dostoevskij, semplicemente perchè la narrazione degli eventi prende il sopravvento sulla sottile indagine psicologica propria dell'autore, cmq godibile ma con finale deludente. Il voto è relativo alla media di dostoevskij
Recensioni
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La straziante vicenda di un lucidissimo "folle", vinto dalla passione per il gioco, in un'atmosfera allucinata e grottesca. Una storia in parte autobiografica del grande scrittore russo (1821-81).
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