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È un saggio eccellente per rigore, per profondità di analisi. Finalmente qualcuno che sa spiegare la dottrina di Colli.
Il volume di Federica Montevecchi è un'ottima introduzione al pensiero di Giorgio Colli, filosofo poco noto ma piuttosto importante del Novecento italiano. L'autrice ripercorre l'intero percorso filosofico di Colli, in maniera sintetica ma sempre puntuale nei riferimenti testuali e nell'evidenziazione dei nodi interpretativi più problematici. Un punto di partenza imprescindibile per tutti gli studi successivi, pubblicati da studiosi più giovani negli ultimi 3/4 anni.
Caro CG, nessuno ha parlato di esoterismo, come lo chiama lei. Di Colli apprezzo tantissimo il lavoro di traduzione ed il lavoro editoriale su altri autori (Nietzsche in primis). Se lei ha letto e compreso Filosofia dell'espressione avrà capito che Colli non propone un sistema filosofico, Colli propone una "terapia" per uscire dalla filosofia e con filosofia s'intende la filosofia moderna, quella fatta in esclusiva solitudine, senza allievo o senza maestro, al di fuori di una comunità e questo non per spirito esoterico (anche se nell'accezione Colliana, di esoterico o iniziatico c'è molto nel suo modo di intendere la filosofia), ma perché, Colli ci mostra, come all'interno delle modalità della filosofia moderna c'è spazio solo per il "malinteso", per la "corruzione" di quella sorgività dionisiaca che solo l'interiorità riesce ad intuire e barlumi del quale solo il dialogo maestro-discepolo riesce, forse, a restituire. Che Colli abbia insegnato all'università non ha nulla a che vedere con la sua critica della filosofia universitaria, che è un modo di fare filosofia, più che il luogo dove questa si fa, e la radice di questa Colliana diffidenza per le modalità universitarie, sono già presenti in Schopenhauer e Burckhardt e fanno tutt'uno con ciò che si diceva sopra; a questo inoltre si aggiunge il più che motivato sospetto che certe pratiche di questo filosofeggiare moderno, nulla avendo a che fare con fattori contingenti, non portano a nulla di conclusivo. La predilizione per autori come Nietzsche, Schopenhauer, Bruno, Bohme, Burckhardt e ad altri, oltre ovviamente ai sapienti (parole di Colli) dovrebbe anche illuminare sul "tipo" di filosofo che Colli predilige e tiene a modelli. Che Colli poi non abbia avuto successo o non sia riconosciuto, innazitutto non toglie nulla al suo valore e non credo che se milioni di studenti facciano tesi su Colli si riuscirà a tirar fuori più verità di quella che già si può riconoscere leggendolo direttamente, senza l'ausilio di altri.
Recensioni
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Esempio raro di "inattualità" culturale e di originalità intellettuale, Giorgio Colli meritava davvero una biografia. Innanzitutto per il suo ruolo di curatore e di traduttore, autore di contributi significativi alle case editrici Einaudi, Boringhieri e Adelphi. Nel 1953 traduce, per Einaudi, assieme a Pasquinelli e Arnaud, la Storia della filosofia moderna di Ernst Cassirer. Nel 1955 è pubblicata, sempre da Einaudi, la sua traduzione - la prima italiana integrale - dell' Organon di Aristotele. Nel 1957 inizia a collaborare con la neonata casa editrice Boringhieri, per la quale dirige, assieme a Mazzino Montinari, l'"Enciclopedia di autori classici". Il 1958 è l'anno in cui Colli propone all'Einaudi i progetti della traduzione dell'opera integrale di Schopenauer e di quella di Nietzsche. Il primo progetto non giungerà mai a concretizzarsi, mentre il secondo si trasformerà - come ben ricostruisce Federica Montevecchi attraverso un inedito materiale archivistico - nel progetto di un'edizione critica in lingua originale e verrà attuato, dopo alterne vicende, grazie al finanziamento dell'editore parigino Gallimard e della casa editrice Adelphi. La lettura di Nietzsche e di Schopenauer è del resto parallela in Colli a un'interpretazione innovativa dell'universo greco e all'elaborazione di una posizione teorica propria, che ruota essenzialmente attorno al problema della nascita e della natura del logos . Una riflessione filosofica che si sviluppa attraverso un dialogo serrato e costante con l'azione editoriale.
Francesco Cassata Francesco Cassata
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