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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2011
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Libro molto scorrevole, anche se tratta argomenti spinosi della realtà italiana. Una sorta di libro intervista, in cui con grande semplicità, franchezza e schiettezza vengono rappresentati fatti e valutazioni che riguardano la ndrangheta in tutti i suoi aspetti, locali, nazionali ed internazionali. Il tutto valutando l'operato della giustizia e della politica senza filtri, senza preclusioni, senza preconcetti. A parte la prefazione leggermente appesantita da valutazioni di parte che in ogni caso non sono collegate con l'autore.
Atterrito e desolato questo lo stato d'animo che ha suscitato in me questo libro. Atterrito perché ho "scoperto", pur seguendo la cronaca giornalmente, che la 'ndrangheta è nonostante i successi di forze dell'ordine e magistratura, sempre troppo forte in Calabria e non solo. Lo stato ha sconfitto l'attività dedita ai sequestri di persona ma tutto evolve ed anche il crimine ha trovato attività più lucrose e forse meno rischiose. Desolato perché il 95% del testo è un triste elenco che attesta la vitalità delle mafie mentre, nella presentazione del libro, si lasciava intendere una trattazione molto approfondita su come funziona il sistema giustizia e quali sono, a parere di un esperto, quale il dott. Gratteri sicuramente è, le migliorie da apportare per guadagnare efficienza ed efficacia. Venendo alle proposte solo due hanno un minimo di rilievo, espresse in poche righe: modifica dell'art 416 ter (pag 23) e affidamento delle grandi opere pubbliche nelle zone da alta densità mafiosa al genio dell'esercito (pag 114). La prima potrebbe sembrare condivisibile in prima battuta; sulla seconda, non ho dubbi, è una stupidaggine (mi perdonino gli autori per la franchezza ed un po' di provocazione). Il genio militare non è nato per fare grandi opere pubbliche. Ha scopi diversi e competenze tecniche mirate per raggiungerli. Inoltre sicuramente non ha le risorse necessarie per fare fronte a questa mole di lavoro. Per intenderci, con un pizzico di sarcasmo, se il Genio pontieri dovesse fare il ponte sullo stretto, con la filosofia tecnica che gli è storicamente propria, lo farebbe in una settimana, poggiando sulle barche una unica carreggiata, a senso unico alternato, dove possono passare anche i carri armati. Se l'argomento del tema fosse il sottotitolo "Un migliore sistema giudiziario per sconfiggere le mafie" la mia prof del liceo non avrebbe avuto dubbi: sei andato fuori tema. Peccato! C'è bisogno di proposte concrete per far funzionare meglio la giustizia. Riprovateci.
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