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Se c’è un’esperienza che oggi accomuna i membri delle società tardo-moderne è senza dubbio quella dell’impotenza, cui fa da controcanto la crisi dello spazio pubblico. Al termine di un percorso che tocca alcuni dei protagonisti del dibattito filosofico contemporaneo (H. Arendt, A. Honneth, A. MacIntyre), questo volume indica una possibile via di uscita nell’esperienza del dissenso rintracciabile nelle vicende drammatiche del totalitarismo novecentesco, con particolare attenzione al caso di Charta 77 e ai suoi “martiri filosofici”, J. Pato?ka e V. Havel. In definitiva è nella figura del “giusto” - della persona giusta - che diviene possibile individuare un fondamento normativo non formale per la filosofia pratica contemporanea capace di salvare l’agency individuale e collettiva e allo stesso tempo in grado di ridare un’anima allo spazio pubblico.
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