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Anno edizione: 2019
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Lucido nell’analisi e sempre controverso nelle conclusioni, uno dei filosofi più attenti alla modernità ci guida alla scoperta delle disastrose conseguenze della mondializzazione e del suo solo antidoto: la rivolta del populismo sovrano.
«La dittatura del mercato è diventata schiavitù di pensiero. Il populismo riuscirà a riaccendere la lotta contro il capitale?»
Oppressi e oppressori: categorie che esistono in pratica da sempre, e che da sempre sono in conflitto. Eppure, oggi di lotta di classe si legge solo sui libri di storia. Com’è possibile? Guardandoci intorno, possiamo dire davvero che quella frattura in apparenza insanabile sia stata invece sanata? Di certo, qualcuno vorrebbe farcelo credere. Infatti la caduta del Muro di Berlino non ha segnato solo la sconfitta del socialismo reale, ma anche il passaggio dal pensiero dominante al pensiero unico: il nuovo ordine mondiale ha imparato a inoculare nelle masse un paradigma mentale concepito a propria immagine e somiglianza. Alla fine, il Servo ha fatto sua la visione del Signore. Il trionfo dell’élite sulle classi popolari è stato reso possibile dall’operato degli intellettuali, che hanno glorificato la tirannia dei mercati; è grazie a questi imbonitori se i signori del global order dominano oggi a livello materiale e culturale. Ma quella che ci hanno insegnato a chiamare “mondializzazione” è, in realtà, una rimozione dei diritti su scala planetaria, una glebalizzazione: la produzione seriale di nuovi servi sfruttati, sottopagati e precarizzati. Come spezzare, allora, le catene di questa nuova sudditanza? Rimettendo il popolo al centro di un progetto politico e sociale internazionalista ma non mondialista, teso a creare un nesso solidale tra nazioni sovrane, democratiche e socialiste. Lucido nell’analisi e sempre controverso nelle conclusioni, uno dei filosofi più attenti alla modernità ci guida alla scoperta delle disastrose conseguenze della mondializzazione – incarnata nel pensiero unico politicamente corretto ma eticamente corrotto – e del suo solo antidoto: la rivolta del populismo sovrano.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Nello scoprire l'acqua calda Fusaro non ha rivali.
Un ritratto lucido e spietato della nostra società capitalistica, caratterizzata dalla produzione seriale di nuovi servi sottopagati, sfruttati e precarizzati su scala mondiale, non più "globalizzazione" ma "glebalizzazione" appunto. Seguo da un po' Fusaro e non posso che trovarmi d'accordo con la sua analisi.
Interessante. Lo consiglio.
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