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Gli irregolari. Amori comunisti al tempo della guerra fredda
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Gli irregolari. Amori comunisti al tempo della guerra fredda - Anna Tonelli - copertina
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irregolari. Amori comunisti al tempo della guerra fredda
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Gli irregolari. Amori comunisti al tempo della guerra fredda

Descrizione


I desideri che rinascono dopo le sofferenze della guerra. La voglia di cambiare che cancella il buio delle carceri e la violenza della lotta. Ma, insieme, i meccanismi di controllo esercitati dal Partito comunista sulla vita personale, la doppiezza della morale imposta, l'uso politico dei sentimenti, il tentativo di destreggiarsi fra una pedagogia politica che ha il compito di forgiare il militante secondo i dogmi dell'onestà morale proletaria e una prassi censoria che punisce i trasgressori. Quando l'impegno comune nell'antifascismo si affievolisce e il piacere della libertà di azione prende il posto delle privazioni, anche i comunisti aprono varchi all'interno di una rigidità morale spesso più propagandata che reale. Le unioni 'irregolari' diventano un problema e finiscono davanti alla Commissione centrale di controllo. Ma si discute anche in Segreteria e in Direzione: "Viola il costume del partito", tuona Togliatti, accusando Teresa Noce che denuncia l'abbandono del marito Luigi Longo sulle pagine del 'borghese' "Corriere della Sera". Conoscere questi amori e seguirne le storie significa entrare nelle pieghe della cultura comunista che da un lato ha promosso valori inflessibili e dall'altro ha consentito situazioni opposte, pesando in modo diverso il giudizio fra élite dirigente e iscritti, fra uomini e donne.
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Dettagli

2014
5 giugno 2014
XV-175 p., Brossura
9788858111789

Valutazioni e recensioni

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cecilia
Recensioni: 3/5

Un po' di sano gossip sui dirigenti comunisti che nel secondo dopoguerra pongono fine ai matrimoni contratti nel periodo delle lotte clandestine e antifasciste e iniziano nuovi rapporti affettivi? Sì, si può anche leggere così questo breve saggio storico, che in realtà punta ad analizzare la morale comunista e il rapporto tra personale e politica.

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Il libraio di Firenze
Recensioni: 5/5

Le storie d'amore "irregolari" e clandestine dei dirigenti e dei militanti comunisti, per una storia della cultura comunista e dell'Italia post Liberazione pervasa dalle contraddizioni e dalle contrapposizioni della Guerra Fredda.

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Voce della critica

  L'analisi di significativi casi occorsi nell'area di confine tra vicende private e ruoli pubblici può contribuire a definire la portata reale di una cultura politica in misura assai più convincente e palpabile di una considerazione generale degli assunti ideologici o degli obiettivi programmatici alla base di un partito o di un'associazione fiancheggiatrice. Il vissuto dei leader o dei dirigenti più in vista rivela ambiguità e costumi figli di tradizionalismi e contraddizioni che stanno al di là dei valori proclamati. Le coppie "irregolari" che si formarono nel Pci nel dopoguerra non si contano. Mario Spallone, il medico di fiducia di Togliatti, in un libro di memorie, avanzò del fenomeno una diagnosi drastica: "Furono pochi i matrimoni contratti negli anni di clandestinità che ressero nel periodo successivo". Il giudizio gli serviva anche per inserire il chiacchieratissimo legame tra Togliatti e Nilde Jotti in un contesto che ne smussasse l'eccezionalità, ma è innegabile che gli episodi furono parecchi e la stampa dell'epoca li seguiva con insidiosa malevolenza. Anna Tonelli studia le fenomenologia degli amori o, comunque, dei rapporti clandestini o semiclandestini sbocciati tra le file comuniste con rigore storico. E certe vicende hanno uno spessore paradigmatico. Ripercorse oggi, schedando la pubblicistica dell'epoca, quella perfida della destra e quella ortodossa, hanno un sapore amaro. Luciana Castellina in una recente intervista ha parlato di svolte provocate da mutamenti al tempo stesso antropologici e di individuali cedimenti: chi tornava dalla guerra partigiana era spesso portato a rifarsi una vita. Non pochi "si sentivano eroi in grado di sedurre giovani fanciulle". Sicché in talune biografie risaltano, intrecciati con varia incidenza, fattori diversi: il timore di dar scandalo presso un elettorato influenzato dal perbenismo clericale, l'obbligo di non aggirare la bigotta legislazione vigente, la preoccupazione di non far degenerare la semisegretezza in situazioni poco dignitose. La sequenza delle soluzioni è impressionante e penosa. Perché dal moltiplicarsi di condizioni di questo tipo non si trasse una spinta per porre il problema di una legislazione che finalmente introducesse il divorzio? La domanda è ingenua, eppure inevitabile. E le spiegazioni abbozzate non hanno nulla di "privato": sono la prova di un'irresolutezza che dura fino agli anni settanta e di un costitutivo deficit di laicità. La stessa causa della campagna a favore del divorzio fu abbracciata da Berlinguer di malavoglia, dopo aver tentato tortuosi compromessi. Senza forzature la ricerca porta allo scoperto un ammirevole femminismo ante-litteram. Eroica spicca la tosta figura di Teresa Noce, prima moglie di Luigi Longo, sbeffeggiata per i tratti poco fascinosi e quasi occultata dagli stessi compagni. Il discorso pronunciato dalla fiera combattente Estella a Firenze, al Niccolini, nel febbraio 1949, fu un grido di ribellione che non registrò l'ascolto dovuto: "Diciamo che Cenerentola non vuole più aspettare nella ristrettezza, nel buio, nel freddo del focolare spento il Principe azzurro che la libererà". La ribellione all'autorità maschile fa in lei tutt'uno con un duro spirito di classe. Dire no ad un marito non doveva essere altra cosa che dire no ad un padrone.   Roberto Barzanti

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