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I governi locali nelle democrazie contemporanee - Luigi Bobbio - copertina
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I governi locali nelle democrazie contemporanee
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Descrizione


I problemi dei governi locali nei paesi dell'Europa e del Nord America in un confronto che ha lo scopo di mettere in luce differenze, somiglianze, linee di tendenza su sei aspetti fondamentali e problematici: i modelli originari e la loro evoluzione nella direzione, ormai dominante, del decentramento; la struttura dei livelli di governo e l'annosa questione delle dimensioni territoriali degli enti locali; il governo delle metropoli; le relazioni intergovernative; la democrazia locale; le politiche locali.
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Dettagli

7
2006
18 gennaio 2002
246 p.
9788842065241

Voce della critica

Luigi Bobbio , I governi locali nelle democrazie contemporanee , pp. 240, Euro 23, Laterza, Roma-Bari 2002

Sul tema del federalismo il dibattito politico si infiamma con una certa continuità. "Autonomia", "decentramento", "devolution", a volte perfino "secessione", sono termini dati in pasto all'opinione pubblica con una disinvoltura inversamente proporzionale alla reale consapevolezza dei termini. Quasi mai assistiamo a discussioni che mettono in luce differenze, costi e vantaggi di ciascuna delle proposte che via via si affastellano sul terreno. Il manuale di Bobbio, pensato per un pubblico prevalentemente di studenti, è un utile sussidiario per chi vuol riuscire a districarsi tra i vari termini e per chi vuol scoprire che cosa succede fuori dai nostri confini. Il panorama che offre può produrre sconforto a chi cerca un "modello" che si imponga nettamente sugli altri. E chi cita fantomatici territori che raggiungerebbero elevati standard di democraticità e di efficienza nella produzione di servizi, strettamente legati alla particolare struttura dei rapporti centro-periferia non troverà nessuna prova a sostegno. Bobbio mostra che esistono quasi tanti modelli quanti sono i paesi che si sono di volta in volta misurati con il tema del local government, modelli che rispondono a esigenze varie: un miglior rendimento dell'amministrazione; la necessità di far partecipare i cittadini alle decisioni; un maggior o minor grado di legittimità dei governanti locali; l'estensioni delle reti di governance. Secondo Bobbio, i territori periferici definiscono i loro rapporti con il centro avvalendosi da un lato delle proprie tradizioni specifiche e dall'altro della capacità di modificare il rapporto a seconda delle mutate condizioni in cui vengono a trovarsi. Questi rapporti sono in continua evoluzione (anche e soprattutto normativa) praticamente ovunque. L'Italia è perfettamente in linea con questa tendenza, proponendo anch'essa una propria via alla strutturazione dei rapporti tra stato e regioni o tra stato e comuni. Una linea comune può essere rintracciata nella tendenza per tutti i governi locali a rafforzare il potere esecutivo emancipandolo dalle assemblee. Sindaci, city manager, Burgermeister, monarchi municipali (maires), alcadi, per la prima volta passano attraverso una competizione elettorale diretta acquistando una legittimità che prima non avevano e quindi una notevole forza rispetto alle altre istituzioni locali (il consiglio comunale in primo luogo). Questa nuova legittimità "forte" degli esecutivi locali si riflette anche nei loro rapporti con le istituzioni sovraordinate, dalle regioni all'Unione europea, passando per lo stato nazionale. I governi locali, quale che sia la loro forma, potranno quindi essere sempre più rilevanti non solo nella costruzione e nella formulazione delle policies locali ma anche per quel che riguarda i grandi assetti nazionali e transnazionali. Il travaso del personale politico dalle città ai parlamenti o agli esecutivi nazionali dimostrerebbe ulteriormente l'accresciuta importanza della dimensione locale.

Roberto Salerno

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